“Joseph Ratzinger non ha mai inteso costruire un proprio sistema di pensiero o costituire una propria scuola, ma ci ha insegnato a cercare e trovare la verità con la forza della ragione e la luce della fede, conservando sempre la ragione aperta, nel dialogo fra le persone, le discipline e le grandi tradizioni religiose”.
Lo ha detto padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, introducendo la cerimonia di premiazione dei Premi Ratzinger 2023, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico Vaticano. “In questo spirito pensiamo che debba muoversi anche la nostra Fondazione, che da lui prende nome, non tanto per studiare solo la sua vita e il suo pensiero, guardando al passato, ma anche per dare un contributo – pur piccolo – per continuare il suo cammino, volgendo lo sguardo all’oggi e al futuro”, ha spiegato Lombardi, sottolineando che “è la prima volta che questa premiazione avviene dopo la morte del nostro amato Papa Benedetto XVI; perciò essa assume un carattere diverso dal passato e abbiamo pensato sia giusto celebrarla sotto il titolo della eredità di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI”. Il primo momento, ha ricordato il presidente della Fondazione Ratzinger, è stato il convegno di ieri “Benedict’s Legacy”, organizzato insieme al De Nicola Center dell’Università Notre Dame e svoltasi presso la Pontificia Università Gregoriana, e che continuerà nella prossima primavera nella sede americana della stessa università. “Questa mattina, con i premiati e diverse altre delle persone qui presenti, ci siamo riuniti in preghiera nelle Grotte vaticane, presso la tomba di San Pietro e la tomba di Benedetto XVI, in profonda unione spirituale con lui, chiedendo insieme al Signore che lo ricompensi per il suo servizio, ma anche che il suo lascito spirituale e culturale continui a dare frutti preziosi per la Chiesa, per noi e per il bene dell’umanità”, ha riferito padre Lombardi. Poi l’udienza dal Papa con i due premiati, i professori Pablo Blanco Sarto e Francesc Torralba Rosellò, “per avere la sua benedizione e attestare ancora una volta come questo Premio, con tutto l’impegno della nostra Fondazione, intenda inserirsi coerentemente nel cammino della Chiesa da lui oggi guidata, mettendo sempre in rilievo la continuità viva del servizio dei supremi pastori della Chiesa del nostro tempo, in particolare nell’approfondimento e nell’attuazione del Concilio Vaticano II nel contesto del mondo contemporaneo”. “Nel tempo così drammatico che viviamo – segnato non solo da conflitti sanguinosi e da minacce incombenti sul futuro della nostra casa comune, ma anche dagli sviluppi difficilmente controllabili delle scienze, delle tecnologie, delle comunicazioni, della cosiddetta Intelligenza artificiale -, sono la stessa dignità della persona e il senso della sua vita e del suo essere nel mondo a venir messi alla prova nei loro fondamenti”, il grido d’allarme di Lombardi: “Joseph Ratzinger è stato ben consapevole delle possibilità e dei rischi del cammino dell’umanità, come pure della missione della Chiesa per la sua salvezza. Egli ci conduce ad entrare con umiltà e coraggio al livello più profondo, per trovare e ritrovare punti di riferimento comuni solidi e irrinunciabili”.