“Si è spenta una mente vivace, curiosa e sapiente, un cuore generoso e pronto ad aiutare nell’ombra, uno sguardo attento ai cambiamenti del mondo”. Così “Il Popolo”, settimanale diocesano di Concordia-Pordenone, ricorda don Bruno Cescon, mancato nella notte tra il 3 e 4 dicembre, che per vent’anni, dal 1996 al 2006, ne fu alla guida. Il sacerdote “da tempo malato di Parkinson, si è aggravato improvvisamente”.
Nato a Fossalta maggiore (tv) il 12 gennaio 1948, ordinato il 24 giugno 1973, laureato in Teologia e Pedagogia, dottorato in liturgia, era sacerdote dal 24 giugno 1973; da poco aveva festeggiato, circondato da parenti e amici, il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione. “Professore a tempo pieno – lo ricorda Simonetta Venturin, che di Cescon ha preso il testimone alla direzione de ‘Il Popolo’ – aveva insegnato al Seminario diocesano di Pordenone Filosofia e Comunicazioni sociali, quindi all’Istituto superiore di Scienze religiose di Portogruaro, a quello di Santa Giustina di Padova e all’Università Sant’Anselmo di Roma”. “Era arrivato alla direzione del settimanale diocesano – prosegue la direttrice – pratico del mestiere di giornalista: aveva scritto per vari quotidiani, per l’agenzia Adn Kronos di Roma ma era a ‘Il Gazzettino’ che si era fatto le ossa: ricordava con piacere il lavoro svolto accanto a Giorgio Lago di cui aveva una grande stima. L’esperienza aveva acuito in lui il senso per la notiziabilità degli eventi: i suoi articoli ed editoriali cominciarono presto a diffondersi tra i quotidiani dal Nordest alla Sicilia, con una presenza spiccata su ‘L’Arena di Verona’, oltre che sul Sir (Servizio informazione religiosa). Nei vent’anni di direzione de Il Popolo, aggiunge Venturin “aveva affrontato la sfida tecnologica del giornalismo: si devono a lui il passaggio dal grande formato cartaceo al tabloid (2004), il full color (2009), il primo sito del settimanale diocesano (2008). De ‘Il Popolo’ aveva stima e amava ricordare come il suo primo pensiero – una volta assunta la direzione – fosse stato quello di creare un comitato di redazione nutrito, variegato nelle capacità e passioni, capace di fotografare i cambiamenti che andavano assumendo nuove velocità; una squadra composita di sacerdoti, laici, professionisti e no”. Tra gli incarichi ricoperti anche quello di vicepresidente della Fisc, la Federazione italiana dei settimanali cattolici, delegato della stessa per il Trivento e presidente del Premio giornalistico nazionale Ucsi.
In diocesi di Concordia-Pordenone è stato impegnato prima come cappellano a Zoppola, poi nelle parrocchie di San Giorgio, Sant’Agostino e da ultimo anche in concattedrale San Marco in Pordenone. Era stato assistente di Azione Cattolica, assistente dell’Ucid diocesana, presidente della Comunità educante del Vendramini, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali.
Don Cescon, rammenta Venturin, è stato autore di vari volumi: “Liturgia, grande sistema di comunicazione. Il potere comunicativo della liturgia nella modernità” (Edizioni liturgiche), “La liturgia nel contemporaneo” (Libreria Editrice Vaticana). Per la pordenonese Biblioteca dell’Immagine aveva scritto “La chiesa di Padova” a quattro mani con mons. Mattiazzo; “Arrivederci” a colloquio con il vescovo di Verona padre Roberto Carraro; “La nostra Chiesa” a colloquio con l’allora vescovo di Concordia-Pordenone S.E. mons. Ovidio Poletto; “Io sono un papa amabile” dedicato alla figura di Papa Giovanni Paolo II e nato dai colloqui con mons. Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie.
I funerali verranno celebrati giovedì 7 dicembre, alle 15, nella concattedrale di San Marco a Pordenone; il rosario verrà recitato la sera antecedente, alle 19, sempre in San Marco.
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