(da Islamabad) – Sono iniziati ieri sera, dopo un incontro informativo in un hotel di Islamabad sugli aspetti logistici del viaggio e su cosa troveranno nella nuova vita in Italia, le partenze dei 93 beneficiari afghani di corridoi umanitari dal Pakistan all’Italia gestiti da Caritas italiana. A causa del mancato arrivo, da parte del governo pakistano, di alcuni permessi di uscita, ieri una famiglia di 5 persone è rimasta a Islamabad e partirà nei prossimi giorni. Ieri sono partite con voli notturni 22 persone, accompagnate da una mediatrice culturale. Arriveranno a Roma in giornata. Stasera dovrebbero partire 25 richiedenti asilo afghani ma per 10 di loro al momento non sono ancora arrivati i permessi di uscita. Dopodomani 7 dicembre arriveranno 41 persone (salvo imprevisti per i permessi). Si tratta in maggioranza di famiglie numerose con bambini e una quindicina di singoli. Prima della partenza tutti fanno controlli sanitari (altrimenti non possono viaggiare) e all’arrivo a Roma Fiumicino vengono prelevati dalle forze dell’ordine per i controlli dei documenti e le impronte digitali per l’avvio della procedura di richiesta di asilo. “Stiamo attendendo dal ministero dell’interno pakistano il rilascio di alcuni exit permit che consentiranno ad alcuni beneficiari di raggiungere l’Italia – spiega al Sir Oliviero Forti, di Caritas italiana -. Siamo in costante contatto con l’ambasciata italiana e l’Oim per riuscire nell’intento, considerata anche la difficile situazione dei rifugiati in Pakistan. Molti di loro infatti sono oggetto di rimpatri forzati in Afghanistan e questo programma della Chiesa italiana è l’unico appiglio che rimane per sottrarsi ad un futuro incerto, precario e di violenza”. “Finché potremo – sottolinea – faremo tutto il possibile per mettere in sicurezza queste persone e restituire loro una nuova vita in Europa. I corridoi umanitari si confermano uno strumento fondamentale. La Chiesa italiana, tramite Caritas italiana, può considerarsi un unicum in Europa nel promuovere vie legali e sicure d’ingresso per i rifugiati, non solo perché consente il trasferimento di queste persone da Paesi di primo asilo ma anche per la loro integrazione nelle nostre comunità, con un impegno in termini di risorse umane ed economiche straordinario. Per questo la Chiesa italiana sarà impegnata anche in futuro per altri corridoi umanitari dall’Africa e dal Medio Oriente, in collaborazione con il governo italiano”. Le partenze di questi giorni vanno a concludere le 300 quote di beneficiari gestite da Caritas italiana nell’ambito del Protocollo firmato tra Cei, Fcei, Arci, Comunità di Sant’Egidio e governo italiano.
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