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FOTO Unitalsi San Benedetto, il Rosario di Federico Sciocchetti nel decimo anniversario della sua morte

Di Pietro Pompei

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 15 dicembre 2023 ricorre il decimo anniversario della morte di Federico Sciocchetti del quale vorrei ricordare il mio articolo apparso sul nostro on line, nel mese di ottobre, in occasione dei Cento anni della nascita.
Il giorno 16 dicembre alle ore 18 presso la Cattedrale Santa Maria della Marina sarà celebrata una Santa Messa in ricordo e in suffragio. Nello stesso giorno verrà ricordata anche la moglie Francesca in quanto la sua morte è coincisa con lo stesso giorno cinque anni dopo.

Oggi, 14 dicembre, una delegazione dell’Unitalsi diocesana di San Benedetto, si trova a Roma per l’incontro con Papa Francesco per i 120 anni dalla fondazione.

In questa occasione vorrei ricordare l’ultima pubblicazione di Federico donatami qualche giorno prima della morte e si tratta di “una guida alla preghiera e alla riflessione avente come titolo: L’Eucarestia e il Rosario e un sottotitolo  “con Maria davanti all’Eucarestia”.

Federico era preoccupato per aver letto nella “lettera Apostolica «Rosarium Virginis Mariae» di Papa Wojtyla “l’urgenza di fronteggiare una certa crisi (del Rosario) che, nell’attuale contesto storico e teologico, rischia di essere a torto sminuita nel suo valore e perciò scarsamente proposta alle nuove generazioni”.

Nel passato mese di ottobre, mese dedicato al santo Rosario, in un simpatico ed originale  “Buon giorno a Maria”  che veniva trasmesso su TV 2000 dal Santuario della Madonna di Pompei, si recitava la Supplica dove in un punto particolare, un’espressione: « Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio»,  mi portava a ripensare la preoccupazione di Federico. “ La catena-pensavo- per essere efficace ha bisogno di un punto solido a cui aggrapparsi. Ecco la sua potenza! Ecco perché Federico il suo Rosario lo ha legato strettamente all’Eucarestia”.

Così introduce i misteri: “ O Gesù sacramentato,    eccoci di fronte a te a deporre per qualche attimo ai tuoi piedi il nostro fardello reso pesante non tanto dagli  anni, quanto dalla somma dei nostri errori, dei nostri insuccessi, delle vergogne dell’oggi, della paura del domani …, nonché delle pene, delle delusioni, dei sogni alienanti, dei crudi risvegli!

Scevri di ogni nostra passione, vorremmo ritrovare e leggere dalle tue labbra “la Parola” che ci incoraggi a proseguire, a provare di nuovo; “la Parola” che, malgrado tutto, ci indichi nella speranza lo stimolo vigoroso del saper ricominciare daccapo.

Maria, “la Donna del Sì”, colei che la sinteticità monosillabica della risposta seppe tradurre nel più vasto Amore testimoniale mai ricordato, diventi Maestra nostra. “Lo Spirito Consolatore” sia, poi, per noi, l’indice (dei sentimenti) racchiusi in questi Misteri che attendono ancora di entrare, di forza, nella vera economia eucaristico riparativa della nostra vita”.

Mezzi per far questa ascesa, dando all’azione il suo valore trascendente, sono la preghiera, lo studio della verità rivelata, la partecipazione alla Liturgia della Chiesa, soprattutto nella Santa Messa, il Santo Rosario, che è una scuola e un direttorio di contemplazione.

Si può anzi dire che il Santo Rosario, tanto raccomandato dalla Chiesa e anzi da Maria nelle sue apparizioni, originariamente è stato istituito proprio come scuola di contemplazione per i laici, che attraverso di esso, pregando, entrano in contatto con i misteri divini  – dalla Incarnazione, includente il riferimento alla Trinità, attraverso la vita privata e pubblica di Cristo, alla sua Trasfigurazione alla sua Passione e  Morte, alla sua Resurrezione e Ascensione al cielo, alla discesa dello Spirito Santo e alla Chiesa, a Maria, alla vita terrena, e alla gloria degli Angeli e dei Santi.

Anche l’azione ha nel Santo Rosario la sua luce: perché vi trova uno specchio  nella vita di Cristo e di Maria, e dalla contemplazione di questa vita riceve ispirazione, slancio, finalità. È allora, veramente, azione che deriva dalla contemplazione, e alla contemplazione riporta, in tensione  perenne verso Dio.

Convinto di tutto questo, Federico si spende per diffondere il Rosario specie fra gli ammalati e nei Pellegrinaggi.

“Alla fine degli anni ’60, mentre in treno si rientrava da Lourdes , il Vescovo Mons. Vincenzo Radicioni, anche Lui in pellegrinaggio, lo chiamò per dirgli che lo nominava “insegnante di religione” presso un istituto di Scuola Superiore. Fu il primo laico a ricoprire quel posto
Sempre in quegli anni fu chiamato a tenere una relazione sul “Mondo degli Infermi e l’Eucarestia dall’Associazione Universale della Riparazione Eucaristica, invito che si è poi ripetuto, finché nel 1981- proprio nell’anno dell’handicappato- fu chiamato a presiedere quella Associazione. Per dieci anni, finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, ogni fine settimana lo venivano a prendere per “cantare” (come Lui diceva) “ l’Eucarestia della Vita, soprattutto a chi nella sofferenza poteva, in comunione con Cristo, «riparare il male del mondo». Era in giro per l’Italia da Nord a Sud. Poterli elencare tutti è impossibile, Federico li aveva tutti in mente, e gli occhi gli luccicavano quando parlava di Ruvo in Puglia chiamato dal Vescovo don TONINO BELLO”.( dal mio precedente articolo P.P.)

Il Signore accolga le nostre preghiere e sull’esempio di Federico  mettiamoci alla scuola di Maria per lasciarci, come scriveva San Giovanni Paolo II : “introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore…”.

Redazione: