DIOCESI – Si è svolto venerdì 15 dicembre, alle ore 12:00, presso la Curia Vescovile, il tradizionale incontro del Vescovo Carlo Bresciani con i Sindaci dei Comuni della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto per il consueto scambio di auguri prima delle festività natalizie.
Mons. Bresciani ha preso la parola, dicendo: “Questa è l’occasione non solo per scambiarci gli auguri di Natale, ma anche per ringraziarvi della bella situazione che viviamo: tra noi tutti, infatti, c’è un grande rispetto dei ruoli reciproci, ma anche un’ottima collaborazione che va riconosciuta e di cui vi sono grato. Il nostro incontro è poi anche un’occasione per riflettere sulla realtà che stiamo vivendo e su alcuni aspetti che danno preoccupazione a voi, ma anche a noi come Chiesa. Tra questi prima di tutto c’è la povertà. I dati degli ultimi rapporti relativi alla ricchezza attestano che lo scorso anno i più ricchi hanno aumentato di parecchi milioni il loro patrimonio personale, mentre la povertà è aumentata. Questo significa che c’è una distribuzione squilibrata ed iniqua della ricchezza. È ovvio che qualcuno possa guadagnare di più e qualcuno di meno, ma c’è misura e misura e non è accettabile che ci siano degli squilibri così marcati. Quando leggo i dati che l’Osservatorio Nazionale fornisce e poi ascolto al telegiornale chi ci sono persone che hanno un patrimonio personale di oltre 250 miliardi di dollari, mi dico che forse siamo molto lontani dalla logica del Natale che ci invita a condividere“. Bresciani ha poi indirizzato il discorso sulla situazione locale, donando ai Sindaci il Rapporto Povertà 2023 relativo alla Provincia di Ascoli Piceno e commentando alcuni dati relativi ai Comuni del territorio diocesano.
A seguire Mons. Bresciani ha parlato di “un altro problema, che è fonte di preoccupazione per la Chiesa”, ovvero lo spopolamento delle zone dell’entroterra. “Probabilmente – ha detto -, nell’arco di poco tempo, noi come Chiesa faremo fatica a garantire la presenza religiosa su territori che sono spopolati, sia per mancanza di sacerdoti, ma anche per mancanza di abitanti. Non possiamo guardare con tranquillità a questa situazione, perché non sarà certamente possibile che un sacerdote stia in una comunità con trecento abitanti, quindi attualmente c’è già u gruppo di vescovi che sta riflettendo su come si potranno gestire queste situazioni dal punto di vista ecclesiale. Nella nostra Diocesi, dopo il terremoto, siamo riuscito in pochissimo tempo a garantire una Chiesa ad ogni parrocchia e questo ci ha permesso di restituire un po’ di entusiasmo alle popolazioni, ma purtroppo molti giovani lasciano i paesi dell’interno per spostarsi verso città più grandi che si trovano sulla costa. Per quanto infatti i Sindaci dei Comuni di montagna facciano del loro meglio per offrire alle comunità servizi ed infrastrutture, ci sono comodità che lassù non possono essere date”.
Il Vescovo Bresciani ha infine concluso il suo intervento con parole di speranza: “Questo di oggi però non è solo un momento di condivisione, ma anche di speranza. Dio ha ancora speranza in questo mondo, nonostante tutto, nonostante le guerre, nonostante la povertà, nonostante i nostri problemi. Ed è una speranza che mette in carne ed ossa. Il suo non è un semplice ‘Io spero in questo mondo’, quindi fatto solo di parole; il suo è un ‘Io mi butto in questo mondo’, quindi un atto concreto. La sua speranza non è solo un pensiero, ma un pensiero che diventa azione. Quello a cui tutti siamo chiamati dunque è guardare bene dentro le nostre realtà, rintracciando non solo i problemi, ma anche le risorse. Si costruisce non su quello che non c’è, ma su quello che c’è. E personalmente io vedo che ci sono delle belle ricchezze nel nostro territorio diocesano: non mi riferisco solo ai preziosi tesori paesaggistici, artistici e culturali, ma anche alla bella popolazione che abbiamo e che è ancora ricca di valori. La nostra speranza dunque è duplice: da un lato la speranza basata su quel Dio che viene a salvare il mondo e dall’altro lato la speranza che si fonda su quelle risorse di positività che vediamo ancora presenti nei nostri paesi, risorse sia ecclesiali che civili”.
L’incontro è stato anche l’occasione per un confronto con i primi cittadini e gli amministratori delle comunità della Diocesi. Il primo ad intervenire è stato il Sindaco di Cupra Marittima, Alessio Piersimoni, il quale, dopo aver ringraziato Sua Eccellenza per il bel momento di condivisione, ha dichiarato: “Per quanto riguarda il discorso sulla povertà, devo dire che la nostra Caritas parrocchiale è una presenza molto importante, in quanto rappresenta il primo momento di approccio verso i poveri, togliendo o agevolando il lavoro del nostro Ufficio dei Servizi Sociali, che a volte non può intervenire o per protocolli che non esistono o per procedure che non si possono fare o per altri motivi. Preciso che i poveri non sono solo stranieri, ma anche molti Italiani che si sono impoveriti negli anni e ai quali non riusciamo a fornire abitazioni di edilizia popolare, perché spesso i proprietari preferiscono locare gli immobili per uso turistico e non per uso residenziale, non solo per ragioni economiche, ma anche in quanto sicuramente i primi impegnano meno dei secondi”.
Ha preso poi la parola Antonio Spazzafumo, Sindaco del Comune di San Benedetto del Tronto, il quale ha parlato dello spopolamento delle zone dell’entroterra, specificando che “certamente i giovani sono attratti dalla località costiere, ma queste purtroppo non sempre riescono a soddisfare le esigenze lavorative di chi si trasferisce sulla costa. Magari in estate ci sono numerose opportunità, ma poi nelle altre stagioni le attività ricettive chiudono e si fatica a trovare un impiego”. In merito alla povertà, Spazzafumo ha detto: “È vero che la Caritas ha un ruolo importante, ma anche noi come amministratori siamo chiamati a fare rete per dislocare i poveri verso quelle località, magari dell’interno, dove ci sono maggiori possibilità di ospitare persone che hanno una necessità abitativa. La Caritas infatti compie un percorso di formazione dei suoi ospiti per renderli autonomi e consapevoli, ma poi non ha le risorse per tenerli lì per lunghi periodi. Quindi dobbiamo capire come accompagnarli dopo, aiutandoli ad ottenere un’abitazione ed un lavoro dignitosi. L’economia costiera infatti vive di turismo e di commercio, ma le opportunità lavorative maggiori sono lungo la zona industriale dell’Ascolano. Il livello di disoccupazione comunque è diminuito nell’ultimo anno e speriamo di mantenerlo basso anche per il prossimo anno”.
Il Sindaco di Montedinove, Antonio Del Duca, ha affermato: “Per combattere il problema dello spopolamento delle aree interne è necessario che si lavori per fornire le adeguate infrastrutture, che sono fondamentali per unire i territori dell’entroterra alla costa. In tal senso la terza corsia è una sfida, un’occasione unica che permetterà di migliorare la viabilità. Su questo, però, purtroppo non siamo uniti. Io credo invece che su questi temi sia importante lavorare insieme per migliorare la vita di tutti, costa ed entroterra”.
A chiudere gli interventi è stato il Sindaco di Montalto delle Marche, Daniel Matricardi, il quale ha detto: “Credo che lo spopolamento sia una conseguenza dei cambiamenti sociali che sono avvenuti negli ultimi anni, in cui purtroppo abbiamo basato tutto su valutazioni di tipo numerico ed economico. Io credo, al contrario, che si debbano fare valutazioni più incentrate sulla qualità. Faccio un esempio. Se con la stessa cifra io riesco ad acquistare un appartamento di 50 mq in città o un villino di 200 mq all’interno, devo fare una scelta chiedendomi come voglio impostare la mia vita. Se io ritengo che la cosa più importante sia il mio lavoro, sceglierò di andare a vivere anche in un luogo piccolo e scomodo, ma vicino al posto di lavoro, in considerazione del fatto che passerò gran parte del mio tempo fuori casa e sarò agevolato negli spostamenti. Se, al contrario, credo che il focolare domestico sia il luogo centrale della mia vita, dove trascorrerò momenti di qualità con la mia famiglia e con le persone care, allora preferirò anche percorrere una trentina di chilometri per andare a lavoro, ma vivendo in un contesto più accogliente e con spazi più ampi e dignitosi. Esorto quindi a non ragionare sui numeri. Se facessimo così, dovremmo escludere le aree interne da ogni cosa. Al contrario, così come faccio per i servizi scolastici e sanitari, credo che su temi così importanti sia necessario cambiare approccio. La presenza di un parroco, ad esempio, nelle aree interne è fondamentale, perché la parrocchia è il centro della vita sociale di molte persone. Mentre nelle località costiere le opportunità sono molte, all’interno la parrocchia rappresenta l’unico luogo, l’unico contesto culturale in cui molti giovani possono ritrovarsi ed esprimersi. C’è un momento in cui i giovani vogliono prendere il volo e abbandonano il paese, ma c’è anche un momento in cui poi hanno voglia di tornare. Chiaramente bisogna dare loro i servizi e tutte le altre le condizioni per poter esaudire il loro desiderio di tornare“.
All’incontro, che è terminato con un momento di convivialità e con il tradizionale brindisi di Natale, erano presenti anche Alessandro Rocchi, Sindaco del Comune di Grottammare, Massimo Vagnoni, Sindaco del Comune di Martinsicuro, Roberto Pasquali, Vicesindaco del Comune di Ripatransone, e Tonino Capriotti, Vicesindaco del Comune di San Benedetto del Tronto.