“Siamo qui per regalare una giornata diversa alle detenute del carcere di Rebibbia ed anche noi essere diversi nel nostro modo di vivere quotidiano, perché faremo i camerieri e ci rendiamo disponibili a fargli vivere una giornata indimenticabile”. Sono queste le parole di Alessandra Drusian che assieme a Fabio Ricci, l’altra metà dei Jalisse, e tanti altri artisti e personaggi del mondo dello spettacolo, ha animato nel braccio femminile del carcere romano, la decima edizione dell’iniziativa “L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore”, organizzato dall’Associazione Prison Fellowship Italia onlus, in collaborazione con Rinnovamento nello Spirito Santo, Fondazione Alleanza del RnS e ministero della Giustizia.
“È festa, è Natale, è il vero Natale perché si elimina il pregiudizio”, le parole di Marella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia, che parla dell’iniziativa che per questa edizione ha interessato 29 Istituti penitenziari in tutta Italia e 4.000 detenuti, a cui sono stati serviti da oltre 1.200 volontari 12mila piatti cucinati da chef stellati. “Abbiamo fatto una cucina senza compromessi, dalle lasagnette alla marinara, alla spigola gratinata agli agrumi con dei finocchi caramellati, ma anche una guancia di vitello al vino rosso, purè all’olio di oliva”, ha dichiarato lo chef Fulvio Pierangeli, emozionato all’ingresso in carcere ma rinfrancato dai sorrisi delle detenute che hanno cucinato assieme a lui. “Questa decima edizione, ancora una volta si fa prossimità, si fa dono per i tanti detenuti che sono in Italia ai quali con questa esperienza noi vogliamo dire che c’è ancora speranza per ogni uomo soprattutto in questo tempo particolare dell’Avvento”, le parole di Giuseppe Contaldo, presidente di RnS, che ha servito i piatti a tavola assieme Rosella Brescia, Antonio Mazzancella, Raimondo Todaro, Fabrizio Coniglio, Marco Capretti, Nunzia De Girolamo, Alda D’Eusanio, Ilaria Grillini, Paolo Mengoli, Cristiana Ciacci e Angelo Petruccetti della Little Tony family, Stefano Jurgens, Maria Soave, Massimo Matia, Maria Carla Rodomonte e Marai Grazia Schiavo. “Si fa questo perché nessuno si salva da solo e noi vogliamo provare a dare una mano e farci dare una mano”, la conclusione di Marella Reni.
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