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Mattarella: “Ho fiducia nell’Italia”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Stefano De Martis

“Ho fiducia nell’Italia. Che ha le risorse per affrontare il tempo nuovo”. Nell’occasione solenne degli auguri alle alte cariche dello Stato, Sergio Mattarella fa appello alla “responsabilità di tutti” contro il rischio che le paure possano attenuare “il senso di solidarietà e quindi il desiderio di partecipazione”. “Abbiamo saputo affrontare momenti difficili, anche in tempi recenti della nostra storia repubblicana”, ricorda il Presidente, e “li abbiamo superati grazie anzitutto al senso di unità e alle qualità presenti nel nostro popolo”.
Solo chi in questi anni non ha ancora imparato a conoscere lo stile di Mattarella poteva aspettarsi che il Capo dello Stato si lasciasse coinvolgere nelle quotidiane polemiche sulle riforme istituzionali, anche se ultimamente hanno interessato proprio il ruolo del Presidente della Repubblica. Certo, sui fondamentali non ci possono essere ambiguità.

“Nel patrimonio comune del nostro popolo, nelle coscienze degli italiani – afferma con chiarezza Mattarella – sono radicati i principi e i valori che danno senso all’idea di libertà come ce la presenta la nostra Costituzione”, libertà “come premessa di pace, giustizia, eguaglianza, democrazia, coesione sociale, dialogo, tolleranza, solidarietà”.

Ed è “dal rispetto della libertà di ciascuno” che “discendono le democratiche istituzioni, l’equilibrio fra i poteri, il ruolo fondamentale del Parlamento, l’imparzialità, principio guida della pubblica amministrazione, unitamente al suo dovere di efficienza e di competenza”.

Per il Capo dello Stato ci troviamo davanti a un autentico “tornante della storia” in cui si intrecciano fenomeni globali come il post-pandemia, le guerre – dall’Ucraina al Medio Oriente – il cambiamento climatico. Allo stesso tempo “si allargano i divari sociali: alle vecchie diseguaglianze se ne aggiungono di nuove, nei campi del digitale e della conoscenza”, mentre “stridono le gigantesche ricchezze appannaggio di pochi a fronte del disagio di tanti, con una distanza mai prima registrata né in Italia né altrove”. Quello in corso è “un cambiamento che mette in discussione gli equilibri precedenti, i modelli di sviluppo: quelli sociali, quelli culturali e persino quelli antropologici”. L’analisi del Presidente della Repubblica si fa particolarmente penetrante quando approfondisce le enormi e ambivalenti possibilità aperte da tecnologie del tutto inedite, come l’intelligenza artificiale, che rappresentano una sfida alla stessa “sovranità dei cittadini”. “Assistiamo a vari fenomeni di concentrazione di potere – osserva Mattarella – che si articolano in circuiti diversi da quelli tradizionali, spesso alternativi a quelli tipici delle prerogative statuali”.

Tra questi il Presidente cita “la privatizzazione della forza: molte guerre vengono combattute da milizie private che si affiancano agli eserciti o li sostituiscono”. Ma anche “dimensioni come lo spazio o l’ambito sottomarino sono, sempre più spesso, terreni dove si combattono conflitti fra interessi privati, fuori dal controllo degli stati”.

Qui il Capo dello Stato non fa nomi ma quando dice che “oligarchi di diversa estrazione si sfidano nell’esplorazione sottomarina, in nuove missioni spaziali, nella messa a punto di costosissimi sistemi satellitari (con implicazioni militari) e nel controllo di piattaforme di comunicazione social, agendo, sempre più spesso, come veri e propri contropoteri”, il pensiero corre a personaggi e situazioni ben precisi. È un colossale problema di democrazia anche quello della tassazione, se “molti tra i detentori di grandi capitali del pianeta, persone e aziende, riescono a eludere quasi integralmente gli obblighi fiscali, soprattutto nei servizi all’informazione, oggi settori di punta e in continua crescita”.
In un contesto in cui “nulla può essere dato per scontato”, Mattarella ribadisce ancora una volta che “è alla politica, alle democratiche istituzioni rappresentative che vanno affidate le scelte e le decisioni che incidono sulla vita sociale e sulla libertà dei cittadini, non alle strategie di grandi gruppi finanziari in base ai loro interessi, che vanno rispettati ma nell’ambito delle regole che devono osservare per tutelare i valori fondamentali della convivenza civile”.

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