“Il nostro cuore stasera è a Betlemme, dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel mondo”.
Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa nella notte di Natale, presieduta questa sera nella basilica di San Pietro. Citando il censimento ai tempi di Gesù, Francesco ha fatto notare che “manifesta da una parte la trama troppo umana che attraversa la storia: quella di un mondo che cerca il potere e la potenza, la fama e la gloria, dove tutto si misura coi successi e i risultati, con le cifre e con i numeri. È l’ossessione della prestazione”. Ma nello stesso tempo, “nel censimento risalta la via di Gesù, che viene a cercarci attraverso l’incarnazione”: “Non è il dio della prestazione, ma il Dio dell’incarnazione. Non sovverte le ingiustizie dall’alto con forza, ma dal basso con amore; non irrompe con un potere senza limiti, ma si cala nei nostri limiti; non evita le nostre fragilità, ma le assume”.