MONTEPRANDONE – “Un albero è conosciuto per i suoi frutti, un uomo per le sue azioni. Una buona azione non è mai perduta. Colui che semina cortesia miete amicizia, colui che pianta gentilezza raccoglie amore“. – Così diceva San Basilio di Cesarea, vescovo e teologo greco, confessore durante le persecuzioni, uno dei quattro Padri della Chiesa d’Oriente che portano il titolo di “Grande”.
Mi sono venute in mente queste sue parole leggendo la lettera che la signora Paola Corradetti di Centobuchi, frazione di Monteprandone, ci ha fatto recapitare durante le festività natalizie. Una lettera piena di gratitudine che racconta la gentilezza e la cortesia di due passanti che l’hanno aiutata in un momento di difficoltà, evitando che potesse succedere il peggio. La pubblichiamo integralmente in prima pagina, con la speranza che i destinatari possano leggerla e ricevere il grazie di Paola, che è il grazie di tutta la comunità monteprandonese, di tutta la comunità diocesana, di tutti i lettori.
Spettabile redazione,
mi chiamo Paola Corradetti, ho 53 anni e vivo a Centobuchi.
A fine Novembre sono andata a fare una commissione in banca. Ho lasciato la mia automobile nel piazzale antistante la Banca del Piceno a Centobuchi. Quando sono uscita, mi sono recata al parcheggio e sono rientrata in auto. Ho sentito un po’ di cattivo odore, come quello del fumo di un camino, ma ho pensato che venisse da fuori. Quando qualche minuto più tardi, dopo aver messo in moto l’auto, mi sono resa conto che il fumo proveniva dalla mia vettura – e precisamente da sotto il volante – mi sono subito allarmata. da sotto al volante. Quindi ho parcheggiato alla fine del piazzale, nei pressi della Croce Rossa, e sono uscita dall’auto, prendendo e portando via con me tutti gli oggetti più importanti che avevo. Appena in tempo, perché subito dopo una parte dell’auto è andata in fiamme.
Ed è qui che sono giunte alcune persone che per me sono state provvidenziali!
Prima di tutto nel parcheggio c’era un signore tanto gentile, che poi mi ha detto di chiamarsi Paride, che, oltre a chiamare i pompieri e a dare l’allarme ad altre persone che erano nelle vicinanze, mi ha tranquillizzata e rassicurata. Poi si è recato presso i negozi dei dintorni – la pasticceria Cruciani, il sindacato CIA e l’ufficio Conhive – per prendere degli estintori, così da tentare di spegnere il fuoco. Nonostante i nostri sforzi, però, non riuscivamo a domare il piccolo incendio e abbiamo temuto che la situazione potesse degenerare.
Nel frattempo si è avvicinato anche un altro signore di cui non conosco il nome, il quale, mentre camminava a piedi, ha assistito a tutta la scena e ha pensato di venire a dare una mano. Ci ha detto che, per placare il fuoco ed estinguerlo definitivamente, avremmo dovuto staccare la batteria. Così ha fatto e, con l’aiuto di un ulteriore estintore, finalmente si sono spente le fiamme. Il signore poi è andato via e non sono riuscita neanche a ringraziarlo adeguatamente.
Quando i pompieri sono giunti sul posto, nonostante fossero trascorsi solo pochi minuti, ormai tutto il necessario era già stato fatto.
So bene che la mia storia possa non risultare così interessante, ma vi chiedo comunque di pubblicarla perché racconta la bellezza di una comunità in cui ognuno fa il proprio dovere e dà il proprio contributo per il benessere e la pace della collettività. I gesti di gentilezza di queste persone che mi hanno aiutato, a qualcuno potrebbero sembrare scontati, ma così non è: viviamo infatti in un mondo in cui spesso ci si gira dall’altra parte; in questo caso, invece, ogni cosa è andata come meglio potesse andare. Ringrazio quindi tutte le persone che nel loro piccolo hanno contribuito a fare qualcosa per me: il loro gesto di solidarietà è stato bellissimo. In quel giorno di novembre, in cui tutti correvano ed andavano di fretta in vista delle feste natalizie, loro si sono fermate, mi hanno guardato negli occhi e hanno compiuto una buona azione. Con il loro comportamento gentile, non hanno solo evitato una disgrazia a me e alla mia automobile, ma hanno anche evitato un danno grande alle altre automobili che erano parcheggiate di fianco alla mia auto, alle persone che erano dentro, agli oggetti e alle persone che erano nei negozi intorno. Chissà cosa sarebbe successo, se non ci fossero stati loro! Ma, ringraziando Dio, loro c’erano! C’erano per me, c’erano per tutta la comunità.
Ci auguriamo che le belle parole di gratitudine e di riconoscenza della signora Paola giungano ai protagonisti di questa storia ed incoraggino tutti i lettori a compiere gesti gratuiti di gentilezza.
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