Si intensifica la persecuzione del regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo contro la Chiesa cattolica. È stato confermato dai media e siti indipendenti nicaraguensi e dall’attivista e avvocata Martha Patricia Molina l’arresto, avvenuto ieri, di mons. Carlos Avilés, vicario generale dell’arcidiocesi di Managua. Il sacerdote, che in passato non aveva risparmiato critiche al regime, sarebbe detenuto nel terzo distretto di polizia di Managua.
L’arresto fa seguito alle dichiarazioni offensive della vicepresidente e moglie di Ortega, Rosario Murillo, contro sacerdoti e vescovi, che ha definito “diavoli” durante il suo discorso di mercoledì 27 dicembre. Nel frattempo, si è appreso che i sacerdoti della diocesi di Matagalpa, in Nicaragua, sono stati costretti a rimuovere il nome di mons. Rolando Álvarez (che dal febbraio scorso si trova in carcere, dopo una condanna a 26 anni) dalla preghiera eucaristica, per evitare di essere arrestati dalla polizia sandinista. Durante la messa mattutina del 24 dicembre, padre Jáder Guido, secondo vicario della cattedrale, aveva recitato la consueta formula “conferma la tua chiesa pellegrina, Papa Francesco, il nostro vescovo Rolando José, i sacerdoti e i diaconi”. Poco dopo il sacerdote è stato arrestato e rilasciato solo in tarda serata. Il 25 dicembre, durante le messe di Natale, padre Guido non ha più menzionato il nome di mons. Rolando José Álvarez, ma ha detto solo “il nostro vescovo”.