dall’inviato M. Chiara Biagioni
(da Kyiv) Doveva essere una serata tranquilla al ristorante e invece si è trasformata in un incubo, “come fossimo stati catapultati dentro un film”. La fonte chiede l’anonimato, per motivi di sicurezza e di non scrivere dove esattamente è successo. Mentre era in un locale a cenare con un’altra persona, hanno improvvisamente spento le luci e abbassato le saracinesche. “Siamo rimasti dentro. E’ venuta la proprietaria scusandosi. Ci ha spiegato di aver ricevuto una telefonata da un locale vicino che avvisava che stavano venendo a prendere i giovani per portarli in guerra. Siamo rimasti attoniti. Abbiamo chiesto se potevamo uscire e ci ha detto di no. Per salvare i ragazzi che lavorano nel locale e che sono per lei come dei figli, ha chiuso il locale e spento le luci. Siamo rimasti così per una mezz’ora, nascosti, mentre fuori con un camioncino, facevano la retata. Prendevano dai locali tutto il personale maschile. Entravano con il volto mascherato. A volte usano la violenza per contrastare la resistenza di qualcuno che non voleva essere portato via. Quella sera avevano avuto l’ordine di prendere 100 persone”. Una volta presi, i ragazzi vengono portati in un centro territoriale di reclutamento dove una commissione valuta lo stato di idoneità e la salute delle persone. Quella sera, su 100 ragazzi presi, 10 sono stati portati via.
Nell’Ucraina che ha bisogno di altri soldati da impiegare sul fronte, succede anche questo. E’ stato il presidente Volodymyr Zelensky in persona ad annunciare nella conferenza stampa di fine anno, la necessità di mobilitare nelle forze armate fra i 450mila e i 500mila uomini. Tuttavia, le condizioni finanziarie e politiche non sono ancora state chiarite. Lo stesso presidente Zelenskyj ha definito la mobilitazione una ”questione delicata” mentre il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha assicurato che tutto avverrà secondo giustizia. In futuro, alle persone richiamate dovrebbe essere chiaro in anticipo come verranno addestrate ed equipaggiate, dove e quando presteranno servizio e quando finirà.
Interpellato dal Sir, un giovane avvocato non si sorprende dei casi reclutamento forzato e spiega nei dettagli come funziona il sistema dopo che dal giorno dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022, in Ucraina è in vigore la legge marziale. Diffusi capillarmente su tutto il territorio, i centri territoriali di reclutamento sono organi di amministrazione militare che dipendono dal Ministero della difesa. Garantiscono l’attuazione della legislazione sul servizio militare, sulla mobilitazione e sull’addestramento alla mobilitazione. Da qui partono i mandati di comparizione che obbligano le persone a comparire davanti al centro di reclutamento. Il fatto di ricevere una citazione non significa sempre che una persona verrà immediatamente mandata al fronte. L’obiettivo principale è chiarire le credenziali e dimostrare i casi di non idoneità al servizio militare previsti dalla legge.
Ma l’Ucraina ha bisogno di nuovi soldati. Kiev ha intenzione di richiamare alle armi anche gli uomini dai 25 ai 60 anni che vivono all’estero. L’avvocato spiega: “I ragazzi impegnati da ormai due anni sul fronte, hanno bisogno di essere sostituiti da altri uomini. Non possono stare in quelle condizioni ininterrottamente”. C’è anche da dire che sul fronte, i soldati stanno morendo e vengono feriti. Il loro numero è top secret ma è evidente che “il sistema ha bisogno di nuove ‘risorse umane’”. I casi di reclutamento “forzati” avvengono soprattutto nei villaggi dove è più facile agire al di sopra della legge e dove le persone conoscono meno i loro diritti. Mettono i ragazzi su un autobus, senza documento, senza cellulare. Dopo qualche giorno, i genitori ricevono da loro una telefonata: “Mamma, sono in un’unità militare”. Sono anche i ragazzi che muoiono più velocemente perché non hanno avuto il tempo di ricevere una adeguata formazione militare e le informazioni basilari necessarie per proteggersi e sopravvivere sul fronte. “In Ucraina tutti lo sanno anche se queste notizie non appaiono sui media ufficiali. Esistono addirittura dei canali social – racconta il giovane avvocato – dove ci si scambiano le informazioni e ci si avverte dove sono in corso i reclutamenti per evitarli”. Ed è in questo clima che la corruzione trova sempre più terreno fertile. C’è un modo per arginare il sistema ma richiede molti soldi. I prezzi sono altissimi. Si può addirittura arrivare a pagare fino a 16mila dollari un documento fake che attesti l’inabilità al servizio militare e possa addirittura consentire di uscire dal Paese. È una corruzione che il governo sta cercando di arginare arrestando i responsabili. L’obiettivo finale di difendere il Paese dall’aggressore è legittimo ma – conclude l’avvocato – “non può giustificare in alcun modo questi strumenti di illegalità”.
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