Foto di Simone Incicco
DIOCESI – Come da tradizione, in occasione della 57° Giornata Mondiale della Pace, si è svolta ieri, 1 gennaio 2024, alle ore 18:00, presso la Cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto, una celebrazione eucaristica alla quale il vescovo diocesano, Mons. Carlo Bresciani, ha invitato tutti i Sindaci dei Comuni della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
La Santa Messa, presieduta dal vescovo Bresciani, è stata concelebrata dal vicario generale don Patrizio Spina, dal rettore del Pontificio Seminario Regionale Marchigiano don Claudio Marchetti, da Don Luciano Paci, don Romualdo Scarponi.
Hanno servito la Messa i diaconi Walter Gandolfi ed Emanuele Imbrescia, insieme ai seminaristi Francesco Bollettini, Andrea D’Aprile, Simone Gasperi e Stefano Ruggeri.
Presenti molti rappresentanti delle Amministrazioni locali: il sindaco del Comune di San Benedetto del Tronto Antonio Spazzafumo, il sindaco del Comune di Grottammare Alessandro Rocchi, il sindaco del Comune di Castignano Fabio Polini, il vicesindaco del Comune di Ripatransone Roberto Pasquali, l’assessore del Comune di San Benedetto del Tronto Domenico Pellei, i consiglieri comunali del Comune di Grottammare Giuliano Vagnoni e Marco Sprecacè.
La celebrazione si è aperta con il saluto, rivolto agli amministratori presenti, da parte del prof. Fernando Palestini, direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali.
Queste le parole del vescovo Bresciani durante l’omelia: “Forse mai come in questo inizio d’anno sentiamo forte il bisogno di pace. La guerra fa sentire il fragore delle sue armi molto vicino a noi, molto sangue viene versato e immani sofferenze ricadono su milioni di persone che ne subiscono le conseguenze. Fino a quando, Signore, tutto questo? Tu sei venuto ad annunciare pace agli uomini amati da Dio, ma gli uomini non si amano tra loro, sono presi dalla cupidigia del denaro e del potere e si uccidono tra loro per raggiungere gli effimeri guadagni che cercano di raggiungere.
Usano la loro intelligenza, grande dono di Dio all’umanità, per scovare sempre nuovi mezzi per farsi la guerra tra loro. Papa Francesco, nel suo messaggio per questa giornata della pace, ci ricorda che perfino il nuovo ritrovato della scienza -l’intelligenza artificiale- può diventare strumento per distruzioni ancora maggiori. Invece che strumento per il progresso dell’umanità, per la giustizia e la pace di tutti i popoli se non la useremo con saggezza può diventare strumento di più profonde disuguaglianze, ingiustizie, tensioni e conflitti. Può diventare strumento ancora più raffinato e distruttivo per fini di guerra, invece che favorire il progresso dell’umanità.
Se uno dei più grandi desideri dell’umanità è quello del progresso nella pace, dobbiamo chiederci seriamente, in questa giornata della pace voluta da San Paolo VI, quale sia la via per costruirlo sempre più solidamente. C’è vero progresso non solo là dove c’è un di più di strumenti tecnologici, ma dove questi favoriscono la crescita della giustizia e della pace.
Se di fronte a tante guerre ci chiediamo sempre più se sia possibile la pace, dobbiamo riaffermare che c’è una via possibile, dobbiamo crederci! Il Signore Gesù, che pochi giorni fa abbiamo celebrato nel Natale, è venuto a indicarcela, percorrendola lui per primo. Non solo l’ha annunciata e augurata a tutti, ma ha posto le pietre fondamentali per costruirla. Nel Natale si mostra come un Dio che non cerca ricchezza o potere, che insieme al sesso, sono i grandi idoli che – come già l’Antico Testamento aveva ben compreso, ma ce lo dimentichiamo troppo facilmente – provocano le divisioni, violenze e guerre che attraversano famiglie, comunità e Stati.
Gesù prende decisa distanza da tutto questo e vince in se stesso l’inimicizia mostrando con la sua vita che Dio ama tutti gli uomini. La ricerca del potere è totalmente assente dalla sua vita, per questo può vivere l’amicizia e la bontà verso tutti. L’unico potere che egli rivendica per sé è quello di amare tutti, anche quelli che la società del tempo rifiutava e condannava ai margini della società”.
“L’intelligenza umana, grande dono di Dio – ha proseguito il vescovo -, va usata non per cercare di prevalere sull’altro, ma per cercare le strade che costruiscano una solida fraternità universale, come ancora papa Francesco ci ricorda: siamo tutti fratelli, tutti siamo solo di passaggio in questo mondo e non ci sarà alcun potere o ricchezza in grado di salvarci dalla morte. Possiamo farci guerra per questo o per quel motivo, ma peggioreremo solo la nostra vita e quella degli altri: non è questa la strada per costruire una vita buona né per noi né per gli altri. Gesù ce ne mostra un’altra, ci mostra che di fatto non ce n’è altra oltre quella che lui ha vissuto e che tutti i santi hanno seguito imitandolo: quella di volerci bene come fratelli, superando ogni distinzione di popolo, lingua, cultura, sesso o quant’altro costituisce differenza tra noi. Perfino il male non si può combattere con altro male: non sarebbe nient’altro che la perpetuazione e la dilatazione del male.
Può sembrare un’affermazione scontata, ma non lo è. Purtroppo il cuore avido dell’essere umano non lo ha ancora capito e non lo vuole capire: si illude che solo la superiorità sugli altri conquistata con qualsiasi mezzo, anche con il sopruso, l’ingiustizia e la violenza, gli permetta la salvezza. È questa, da sempre, la tentazione fondamentale, quella che in fondo fu di Adamo ed Eva. È la tentazione del frutto proibito, proibito perché non fa che male all’umanità, fa male a tutti. Ma purtroppo l’umanità continua a cercare questo frutto proibito e continua a farsi molto male, sperperando beni, ricchezze e provocando distruzioni e morte”.
“In questo primo giorno dell’anno – ha concluso Bresciani -, la Chiesa pone la solennità della maternità divina di Maria: la maternità come icona di pace. Icona di pace perché dona la vita, non la ferisce e meno che meno la uccide, mai! La maternità dona la sua vita prestando il suo corpo, perché l’altro possa esistere, possa crescere. Maria ha fatto così, ogni madre fa così. Ogni vita umana viene da questo dono: non esistiamo se non per un atto di amore, non per altro. Impariamo da Maria a vivere bene il tempo che ci è dato e ad essere costruttori e non distruttori di vita, né la nostra, né quella di altri. Lei è regina della pace perché come madre dona e custodisce la vita.
Noi la veneriamo come Madonna della Marina, ma, se guardiamo il suo quadro posto nell’abside della cattedrale, vediamo che porta in braccio un bambino, Gesù. Quindi è una icona di maternità ed è in quanto tale che è regina della pace.
Salutando cordialmente i sindaci, gli amministratori e i politici presenti a questa celebrazione, in questo inizio di anno auguro a tutte le comunità civili, religiose e parrocchiali della diocesi un anno di pace, fatto di relazioni che guardano sempre meno agli interessi individuali o di gruppo e sempre più al bene comune“.
Prima della benedizione finale il vescovo Bresciani ha consegnato alle autorità politiche presenti il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace, dal titolo “Intelligenza artificiale e pace”.
Al termine della Messa il sindaco Antonio Spazzafumo ai nostri microfoni ha dichiarato: “L’augurio che rivolgo ai lettori del giornale diocesano L’Ancora e a tutti i Sambenedettesi è di vivere un anno colmo di ogni tipo di soddisfazione, ricco soprattutto di salute e lavoro. La salute è il primo ed anche il più importante fattore che determina la qualità della nostra vita.
A seguire c’è sicuramente il lavoro che significa non solo fonte di sostentamento, ma anche di dignità, opportunità, quindi è un importante aspetto del benessere personale. Quando ci sono salute e lavoro, c’è anche pace. Auguro allora a tutti che questo 2024 sia anche un anno di tranquillità e pace, in quanto ritengo che la nostra società ne abbia particolare bisogno. Pace in famiglia, pace tra le comunità, pace tra tutte le persone“.