Dire “io non ho peccati” è “mancanza di conoscenza di cosa succede nel cuore: tutti siamo peccatori, e un po’ di esame di coscienza ci farà bene”.
Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella prima catechesi del 2024, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata al combattimento spirituale.
“Questa è la lezione inaugurale che Gesù ci regala”, ha spiegato Francesco: “Lo vediamo nelle prime pagine dei Vangeli, anzitutto quando ci viene raccontato il battesimo del Messia nelle acque del fiume Giordano. L’episodio ha in sé qualcosa di sconcertante: perché Gesù si sottomette a un simile rito di purificazione? Perché fa questo Gesù? Lui è Dio, è perfetto. Anche il Battista è scandalizzato, al punto che il testo dice: ‘Giovanni voleva impedirglielo, dicendo: ‘Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?’. Ma Gesù è un Messia molto diverso da come Giovanni lo aveva presentato e la gente lo immaginava: non incarna il Dio adirato e non convoca per il giudizio, ma, al contrario, Gesù si mette in coda con i peccatori: come mai? Gesù accompagna tutti noi peccatori. Lui non è peccatore, ma è fra noi. E questo è una cosa bella. ‘Padre, ho tanti peccati!’. ‘Parlane con Gesù’”. “Gesù mai ci lascia da soli, mai”, ha assicurato il Papa ancora a braccio: “Gesù ti capisce e ti accompagna, capisce il tuo peccato e lo perdona. Nei momenti più brutti, quando scivoliamo nei peccati, Gesù è accanto a noi per aiutare a sollevarci. Gesù è accanto a noi per aiutarci, proteggerci, per sollevarci e alzarci dopo il peccato”. “Gesù perdona tutto”, ha garantito Francesco sempre fuori testo: “lui è venuto per perdonare, per salvare, soltanto lui vuole il tuo cuore aperto. Mai lui si dimentica di perdonare, siamo noi tante volte che perdiamo la capacità di chiedere perdono”. “Ritroviamo la capacità di chiedere perdono”, l’invito finale: “Ognuno di noi ha tante cose da chiedere perdono. Ognuno lo pensi dentro e parli con Gesù. ‘Signore, io sono peccatore, sono una peccatrice, ma per favore non allontanarti! Signore, non allontanarti da me’”.