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Editoria: “Donne Chiesa Mondo”, il numero di gennaio dedicato alle artiste e al loro rapporto con il sacro

Sono le artiste e il loro rapporto con il sacro al centro del numero di gennaio di Donne Chiesa Mondo, il mensile de L’Osservatore Romano. Donne che, si legge nell’editoriale, “per talento e abilità occupano un posto preciso nella storia dell’arte, hanno mercato e sono ben quotate. Che spesso hanno appreso la tecnica nelle botteghe paterne, o hanno imparato da sole, cominciando a lavorare giovanissime”. Come Elisabetta Sirani, stella del barocco bolognese, considerata dai suoi contemporanei “il miglior pennello di Bologna”, che nella sua breve vita (morì a 27 anni) riuscì a dipingere duecento opere, di cui novanta vennero realizzate prima dei diciassette anni.
L’arte per le donne è stata non solo opportunità di carriera, ma di emancipazione. Lavinia Fontana fece accettare al futuro marito un “contratto matrimoniale” piuttosto insolito per quei tempi: lei avrebbe continuato la propria carriera di pittrice mentre lui le avrebbe praticamente fatto da agente. Artiste che precorsero i tempi, “furono pioniere nell’affrontare tematiche sul mondo femminile raffigurando personaggi forti, determinati, indipendenti, sfidando il perbenismo dell’epoca. Nelle loro opere troviamo arte, sofferenza e passione”. Vita, come in Artemisia Gentileschi, che denunciò la violenza subita in un periodo in cui sembrava impossibile farlo.
Nel loro rapporto con il sacro, raffigurano sante celebri per il loro martirio, personaggi biblici, scene evangeliche; e poi il Bene e il Male, la vita, la morte, la colpa, il castigo, la conversione, la redenzione. In questo contesto Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, commenta alcune opere di artiste che ritraggono donne della vita di Gesù, “una testimonianza visiva dell’armonia che anche in virtù della natura intima della sua realizzazione riesce a colpire il cuore ancora più nel profondo, e scaldarlo”. Il critico e curatore d’arte contemporanea Gianluca Marziani si sofferma invece sul connubio tra artiste e sacro nel Novecento, secolo che “ha stravolto i modelli canonici della figurazione,
aprendo l’opera al sogno e al surreale, alle astrazioni e agli esperimenti d’avanguardia”.

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