RIPATRANSONE – Pubblichiamo la lettera giunta in redazione da parte delle Monache Passioniste di Ripatransone.
La morte non è niente. Sono solamente passato
dall’altra parte: è come fossi nascosto nella
stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che
eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato,
che ti è familiare; parlami nello stesso modo
affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare
tono di voce, non assumere un’aria solenne o
triste. Continua a ridere di quello che ci faceva
ridere, di quelle piccole cose che tanto ci
piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di
prima: pronuncialo senza la minima traccia
d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che
ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una
continuità che non si spezza. Perché dovrei
essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono
lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro
l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio
cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi
ami: il tuo sorriso è la mia pace.
Carissimo Padre,
abbiamo voluto rileggere e condividere queste parole, per mitigare il dolore che la Sua dipartita ha generato.
Lei è stato un dono per noi. Ci siamo sentite volute bene da Lei, che faceva parte di questo Monastero, in quanto sempre presente, per anni, per la messa prefestiva e festiva.Il nostro saluto vuole essere un arrivederci perchè per tutti arriva il momento di attraversare quel ponte, che divide la nostra vita con quella del Cielo.
Ormai libero dalle catene della grande sofferenza che ha vissuto e poichè ” non c’è nessun dolore in Terra che il Cielo non possa guarire” ora si sentirà veramente a casa. Ci benedica da lassù e benedica i Suoi e Nostri amici che l’hanno seguita in questa nostra Chiesa e grazie per quello che sicuramente farà per noi con il Padrone di Casa.
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