Caritas Ecuador ha presentato nel fine settimana un primo rapporto sulla situazione di violenza e insicurezza che ha investito il Paese nell’ultima settimana. Nel documento, si afferma che le province con la maggiore intensità di violenza sono Guayas (la provincia di Guayaquil), Esmeraldas, Los Ríos, El Oro e Pichincha (la provincia della capitale, Quito). A Guayaquil sono state registrate 11 morti violente, mentre a Esmeraldas, sul Pacifico, nel nord del Paese, otto veicoli sono stati incendiati intenzionalmente in stazioni di servizio e sulla strada E-15 sud Esmeraldas – Atacames e in diversi settori del centro città e dei quartieri. A Quito una persona è morta carbonizzata e almeno sei minacce di ordigni esplosivi sono state segnalate in diverse zone della città. Quito, Esmeraldas, Guayaquil e Cuenca sono state le città in cui è stato segnalato un alto numero di atti criminali, tra cui scontri e posizionamento di ordigni esplosivi.
Per quanto riguarda le carceri, si segnala che 49 funzionari del carcere di Cotopaxi sono stati arrestati e 39 prigionieri sono evasi dal carcere di Chimborazo. Le autorità hanno ripreso il controllo delle otto strutture penitenziarie, dove si sono verificati massici episodi di presa in ostaggio di guardie penitenziarie e personale amministrativo. La Caritas avverte che gli spostamenti interni forzati – già in atto da diversi mesi – aumenteranno con questa crisi, esponendo le persone in mobilità forzata a condizioni precarie e al rischio di abusi e violenze.
Anche le estorsioni ai danni dei commercianti sono salite alle stelle, soprattutto nelle province costiere. Caritas Ecuador teme che questo clima di conflitto possa portare a violazioni dei diritti umani e a crimini di guerra, perché in un simile contesto “possono essere commesse gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, come esecuzioni extragiudiziali, torture, sparizioni forzate e attacchi contro i civili”.
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