Maddalena Maltese
(Da New York) Le previsioni della vigilia non sono state smentite.Donald Trump ha trionfato nelle primarie repubblicane tenute in Iowa ed ha inaugurato ufficialmente la stagione elettorale degli Stati Uniti.Questo piccolo stato del Midwest, con poco più di 3 milioni di abitanti, lunedì sera, sotto temperature glaciali, a – 20 gradi Celsius, ha consegnato all’ex presidente una vittoria cruciale che rafforza la presa sul partito, nonostante le molteplici sfide legali che potrebbero rendere il suo ritorno alla Casa Bianca, una corsa ad ostacoli.
I caucus repubblicani, piccole assemblee di partito tenute a centinaia nelle scuole, nelle chiese, nelle palestre, sono iniziate alle 20 di New York, con una preghiera e il giuramento di fedeltà alla bandiera statunitense. Dopo alcune procedure tecniche, i rappresentanti di ciascun candidato hanno tenuto un discorso a sostegno del loro prescelto e dopo gli elettori, rigorosamente in presenza, si sono accinti ad esprimere la loro preferenza a scrutinio segreto. Trump è salito sul podio con oltre il 52% di preferenze, mentre i due rivali Ron DeSantis, governatore della Florida e Nikki Haley, ex ambasciatrice alle Nazioni Unite hanno guadagnato rispettivamente il 21,2% e il 19,1%.
Le urne dell’Iowa fanno intravedere poche alternative all’ex presidente, ma la Haley si è rivelata una candidata di non poche sorprese, avendo rimontato su DeSantis di oltre 10 punti, in parecchi stati solo nelle ultime settimane.
Secondo un sondaggio di AP VoteCast, l’ex presidente ha mostrato una forza significativa tra le comunità urbane, le piccole città e le comunità rurali. Si è comportato bene anche con i cristiani evangelici e con coloro che non hanno una laurea; mentre la maggioranza dei partecipanti al caucus ha affermato di identificarsi con il suo movimento “Make America Great Again” (Maga).Un sondaggio di Nbc News, condotto in dicembre, in Iowa, tra i probabili frequentatori del caucus ha mostrato che il 51% degli evangelici sostengono Donald Trump,rispetto al 26% di Ron DeSantis e al 12% di Nikki Haley. I cristiani evangelici sono stati determinanti per la vittoria nello stato del Midwest.
Nelle settimane antecedenti alle primarie, non pochi pastori hanno iniziato i loro sermoni a partire dalla sfida elettorale. E anche se alcuni non hanno indicato nomi di candidati, molti nomi di leader religiosi comparivano nell’elenco dei 300 che si sono schierati a favore di Trump e della sua personalità da combattente.Nonostante le controversie legali e alcune resistenze conservatrici per non aver approvato le restrizioni nazionali sull’aborto, i cristiani bianchi continuano a resterare fedeli a Trump.A motivo della fedeltà ci sono le promesse mantenute sulla nomina di tre giudici conservatori della Corte Suprema, che ha portato al ribaltamento della sentenza Roe v. Wade, sul diritto costituzionale all’aborto. C’è anche lo spostamento dell’ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, la negoziazione degli accordi di Abramo e il fatto che membri dell’amministrazione Trump avevano legami con le comunità religiose, tra cui lo stesso ex vicepresidente Mike Pence. Altri leader evangelici, come Bob Vander Plaats, presidente e Ceo di Family Leader si è schierato con il governatore DeSantis, deluso dal caos che circonda l’ex presidente.
I conservatori cristiani in Iowa seguono la loro fede quando votano e per alcuni la fede porta al movimento Maga e alla restaurazione di un’America ancora fondata su valori religiosi. La governatrice dell’Arkansas Sarah Huckabee Sanders, ex addetto stampa di Trump, e suo padre, l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee, ministro battista hanno ideato un Trump Iowa Faith Tour, che sono stati costretti a rimandare per il maltempo.
Tuttavia, per molti analisti politici, la capacità di resistenza di Trump è un sottoprodotto sia della debolezza dei partiti politici americani sia dell’estremismo della destra moderna,che ha svuotato il partito repubblicano dei suoi valori tradizionali, riempendone il guscio di una forma tossica di populismo reazionario.
La vittoria di lunedì invia un messaggio inequivocabile al partito: la nomina spetta a Trump e spetta sempre a lui decidere di ritirarsi o concretizzare la sfida con gli altri suoi avversari, anche se l’ex presidente è già pronto ad uno scontro serrato con Joe Biden.
Lunedì anche i democratici hanno avuto il loro caucus, ma solo per definire questioni interne al partito, poiché la Convention Nazionale Democratica, su richiesta del presidente Joe Biden, ha escluso l’Iowa dalla lista di voto anticipato. I democratici dell’Iowa avranno tempo fino al 19 febbraio per richiedere una “scheda di preferenza per le presidenziali” e inviare per posta il loro voto. I risultati verranno pubblicati il 5 marzo, in occasione del “Super Tuesday”, quando 16 stati americani terranno le loro primarie e decideranno il futuro sia di Trump che di Biden.