“Non lasciamo solo il Santo Padre nel ministero di pace”. È l’appello del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’introduzione al Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 24 gennaio.
“La sua profezia è un valore unico per l’umanità”, ha sottolineato il cardinale: “E, ancora di più, non possiamo e non vogliamo lasciarlo solo noi, vescovi italiani, che abbiamo con lui un rapporto non solo di prossimità geografica, ma di speciale vicinanza storica e spirituale”.
“Il Papa e la Chiesa di Roma hanno sempre segnato in profondità il cristianesimo italiano”, ha ricordato Zuppi citando lo statuto della Cei, in cui si riporta “il particolare legame che unisce la Chiesa in Italia al Papa, Vescovo di Roma e Primate d’Italia”, che “qualifica in maniera peculiare la comunione della Conferenza con il Romano Pontefice”. “Con questo spirito e consci del rapporto privilegiato che lega le nostre Chiese con il Papa, stiamo vivendo da ieri la visita ad limina”, ha reso noto il presidente della Cei: “Un momento che rende ancora più manifesta la collegialità quale dimensione necessaria e insostituibile per la Chiesa sinodale”.
“Anche le Conferenze episcopali, nelle quali ci è dato di vivere la comunione tra noi vescovi e la missione in seno ad un medesimo territorio, si inseriscono in questo movimento sinodale”, ha affermato Zuppi: “Il nostro venire a Roma è, pertanto, un’opportunità per portare ad limina Petri la ricchezza, la bellezza, ma anche le fatiche dei nostri vissuti ecclesiali e del nostro camminare insieme. Allo stesso tempo, incontriamo il vescovo di Roma per condividere con lui le sfide odierne per l’annuncio del Vangelo, accogliendo come consegna la sua parola per tutte le nostre Chiese. E tutto questo in uno stile di grande franchezza, requisito essenziale per una Chiesa che voglia essere tutta sinodale”.