SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Paesaggio” è il titolo della raccolta di poesie di Francesco Casagrande. Laureato alla Facoltà di Beni culturali a Macerata “Paesaggi” è la sua settima pubblicazione: due opuscoli “Panem nel 2021” e “il Vino”, mentre le raccolte poetiche sono “L’infante”; “Disincanti marini”; “Mondi”; “Fiori e frutti” (tributo alla memoria di Roberto D’Angelo insegnante presso l’istituto Ulpiani). Attualmente è in servizio presso il Museo del Mare di San Benedetto, prima ancora al Museo della Civiltà Contadina e al Parco al archeologico Civita di Cupra Marittima sotto la direzione del professor Fabrizio Pesando.
In copertina c’è un’immagine della riserva naturalistica dei Crinali di Atri. Che cosa rappresenta per lei il paesaggio?
Sono molto legato alla terra natia offidana dalla quale mi è stata impartita l’educazione fondante ed il rispetto verso la natura ed il conseguente paesaggio rurale. Fonte ispirativa poetica e radicamento nel territorio e nella sua cura e vocazione. Non si può prescindere data l’unicità evocativa che trapela dai suoi elementi peculiari che lo costituiscono. Si rende ammaliante e ha la sua fascinazione alla vista ma assume la funzione di sinergia biologica nelle relazioni fra tutti gli esseri viventi che vi dimorano. Suscita una poetica contemplativa e di ascolto rivolto alle dinamiche a cui si espone.
Le note introduttive di questo volume sono a cura di Olimpia Gobbi ed Emanuele Tartuferi.
Olimpia Gobbi ed Emanuele Tartuferi sono due studiosi e cultori del paesaggio. Anche loro sono autori di saggi ed opere letterarie inerenti alla terra picena ed alle comunanze agrarie. Li ringrazio per le lodevoli riflessioni riposte nei miei confronti.
A cosa si è ispirato nello scrivere questi versi?
Il viaggio rappresenta per me una vera esperienza di arricchimento culturale ed emotivo. Vedere luoghi e città diverse rappresentano un bagaglio di esperienze che fanno bene all’anima.
Lei ama viaggiare, tra le sue mete anche Barcellona e Taragona. Che esperienza è stata?
Barcellona e Tarragona sono due città che hanno in sé un’impronta identitaria molto definita. Conservo un ottimo ricordo ancora vivo che porto sempre con me.
Che progetti ha per questo nuovo anno?
Sicuramente come accade all’inizio di ogni nuovo anno stilo una serie di buoni propositi, idee e progetti densi di significato e di crescita personale e comunitaria. Mi auguro che il 2024 sia un pullulare di emozioni che ci coinvolgano verso un proprio miglioramento. Si ponga fine ai conflitti nefasti disseminati in tutto il mondo con le loro impunità; rinsaldi la vicinanza alle persone da cui siamo attorniati da legami affettivi imprescindibili. Sia come una tela su cui imprimere cangianti cromie rigeneranti l’anima da ogni discrepanza o avversità ci si presenti dinanzi.
Tra i suoi precedenti lavori letterari c’è la raccolta di poesie “Mondi”
Con questa opera ho completato la mia triade letteraria iniziata negli anni scorsi. Il titolo, infatti, rappresenta la mera accezione della singolarità di ognuno di noi in un ambiente definito, perché se è vero che la parola mondo al singolare ha un suo specifico significato, al plurale ne prende uno molto differente, visto che in mondi diversi possono nascere differenti relazioni interpersonali.
Di seguito riportiamo una delle poesie contenute nella raccolta “Paesaggi”.
Acque
Ontani
ed olmeti
a drenare
l’ impeto
di piena
torrentizia
o un defluire
soave
lungo i propri alvei.
Ruscelli
reticolato
di viottoli
d’acqua
scavato
nei pertugi
della roccia;
riverbero
di una natura
ascosa
mossa
dalla sinergia
senziente.