I rapitori delle sei suore di Sainte-Anne sequestrate venerdì scorso nel centro di Port-au-Prince avrebbero chiesto il pagamento di 3 milioni di dollari come riscatto, dopo che lo stesso Papa Francesco, domenica scorsa, ha chiesto la liberazione delle suore e delle altre due persone catturate. Sono queste le cifre, non confermate ufficialmente, che sono state riportate dai media locali e che corrisponderebbero a ciò che i rapitori chiedono per liberare le otto persone, tra cui le sei religiose e un autista, catturate nella centralissima Christopher Avenue, nelle vicinanze del Palazzo presidenziale.
Lunedì scorso, 22 gennaio, l’arcivescovo di Port-au-Prince, mons. Max Leroys Mésidor, e il presidente della Conferenza haitiana dei religiosi, padre Morachel Bonhomme, hanno diffuso una nota ufficiale, pervenuta al Sir, in cui hanno chiesto il rilascio delle sei suore rapite la settimana scorsa e al Governo haitiano di intervenire contro la violenza delle bande. Nella nota si sostiene che gli haitiani sono stanchi del “regno del terrore” imposto dai gruppi armati e si chiede alle Istituzioni di proteggere la popolazione e le loro proprietà.

In molte occasioni, la Chiesa ha denunciato il loro silenzio, che è simile a un atteggiamento di disprezzo per la sofferenza del popolo”, si legge. “La barca della Nazione è veramente alla deriva e occorre raddrizzarla”, l’appello dell’arcivescovo e del religioso, soprattutto attraverso misure urgenti per “sradicare il flagello dei rapimenti e della violenza dei gruppi armati”.

La lettera si conclude con un accorato appello ai rapitori, perché liberino “sane e salve” e “senza condizioni” le persone in loro possesso. Le comunità cristiane sono, al tempo stesso, invitate a preghiere incessanti, dedicando, in particolare, “la giornata di mercoledì 24 gennaio alla preghiera, alla meditazione, all’adorazione eucaristica”.

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