Nello Stato di Khartoum, in Sudan, 3 milioni di persone non hanno accesso alle cure mediche salvavita, solo pochissimi ospedali sono funzionanti e i costi dei farmaci sono sempre più alti. Tuttavia solo recentemente, per la prima volta dopo più di 90 giorni, è stato concesso un numero limitato di permessi di viaggio per consentire l’ingresso del personale umanitario alle aree controllate dalle Forze di Supporto rapido (Rsf).
Lo riferisce Medici Senza Frontiere (Msf), chiedendo alle autorità sudanesi di “garantire l’ingresso del personale umanitario e la revoca a lungo termine di queste restrizioni al fine di evitare ulteriori perdite di vite umane”. “Mentre i nostri team continuano ad assistere a un enorme afflusso di feriti, le restrizioni alla circolazione del personale medico essenziale e di altro personale umanitario a Khartoum per molti mesi hanno impedito alle persone di ricevere cure salvavita”, dichiara Jean-Guy Vataux, capomissione di Msf in Sudan.
A Khartoum, solo pochissimi ospedali sono attualmente operativi e il prezzo dei medicinali essenziali continua a salire.
Al Turkish Hospital le équipe di Msf ricevono oltre 100 pazienti al giorno, per lo più bambini e donne incinte. Molti arrivano in condizioni gravi e con malattie allo stadio avanzato, rischiando la vita anche per raggiungere l’ospedale. Spesso arrivano a piedi dopo aver camminato per chilometri e aver attraversato le linee del fronte, poiché non esiste un servizio di ambulanze e ci sono pochissimi mezzi di trasporto disponibili.
All’Umdawanban Hospital manca l’ossitocina, essenziale per molte donne durante il travaglio, ma anche altri farmaci come l’insulina, essenziale per i bambini diabetici che spesso arrivano all’ospedale in gravi condizioni. Diverse équipe di Msf, per mantenere i servizi attivi, si trovano ad affrontare gravi sfide, in gran parte a causa delle restrizioni amministrative sui permessi di viaggio del personale.
“Il nostro team ha gestito oltre 6.100 visite al pronto soccorso negli ultimi sei mesi. Questo è uno dei pochi ospedali ancora funzionanti nello stato di Khartoum ed è un’ancora di salvezza per molti ma stiamo iniziando ad esaurire le forniture essenziali. Ad esempio, le scorte di guanti e di antisettici per la pulizia delle ferite sono così scarse che fornire anche l’assistenza medica di base sta diventando una sfida”, dichiara Slaymen Ammar, coordinatore medico di Msf al Bashair Teaching Hospital, nel sud di Khartoum. Msf lavora in Sudan dal 1979. Attualmente lavora in nove stati, tra cui la città e lo Stato di Khartoum, White Nile, Blue Nile, River Nile, Al Gedaref, Darfur occidentale, settentrionale, meridionale e centrale.