Di Marina Casini
Il Messaggio dei vescovi italiani per la Giornata per la vita 2024, la 46ma, è molto bello, va letto e meditato integralmente: “La forza della vita ci sorprende”. È vero! L’uomo moderno, potente sul piano tecnologico, è totalmente insicuro, dubbioso, scettico, incapace di stupore. Nessun valore gli appare più certo. Le stesse parole sono interpretate talvolta in maniera opposta e la vita umana, specialmente quella più fragile e vulnerabile, è spesso così facilmente inghiottita dalla mentalità dello scarto da passare del tutto inosservata. Eppure, è una esperienza reale: la forza della vita ci sorprende! È possibile sperimentare – lo sanno bene coloro che sono impegnati nel soccorso ai fragili, ai poveri, agli ultimi – la potenza della vita che si manifesta anche nelle situazioni più difficili, dove sembra non esserci spazio per la speranza.
La forza della vita è sorprendente sin dal momento in cui un essere umano viene all’esistenza nel concepimento: un puntino, una creatura minuscola che cresce vorticosamente secondo un progetto intrinseco coordinato, graduale, continuo e in costante dialogo incrociato con la madre.
È sorprendente quando Anna, Paola, Giuliana, Stefania, Angela, Rita, Carolina, Roberta e tante altre prima pensano, di non farcela, di non poter “tenere” il figlio, e poi decidono liberamente, solo per una mano amica tesa, di dire “sì”.
La forza della vita scompagina schemi, protocolli, cliché, logiche cupe.
Vengono in mente quei fiorellini in apparenza molto delicati, eppure tanto forti da rompere la durezza dell’asfalto e farsi largo tra le crepe.
Dicono bene i vescovi: ci sono storie di persone giudicate inferiori, divenute poi “punti di riferimento” o che hanno raggiunto il successo, a dimostrazione di come “nessuna vita va mai discriminata, violentata o eliminata in ragione di qualsivoglia considerazione”. Malati che diventano consolazione per i sani, immigrati che “sanno mettere il poco che hanno a servizio di chi ha più problemi di loro”, disabili che portano gioia e fiducia, o il “nemico mortale che compie gesti di fratellanza e perdono”.
Che dire poi di quel bimbo non voluto che poi diviene una benedizione per i genitori e per tutta la famiglia?
Lo sguardo limpido e sincero sulla vita rivela che la vita è “un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi”.
Nelle gravi preoccupazioni, nella temperie del momento che stiamo vivendo, riconosciamo almeno, tutti insieme, il valore della vita umana e lasciamoci sorprendere dalla forza che l’esistere sprigiona. In fondo è per questo che la Giornata per la vita è stata voluta. La decisione venne presa in occasione dell’approvazione della legge sull’aborto, su iniziativa della Commissione famiglia della Cei. Nonostante la legge – fu detto allora – resta la coscienza come ultima difesa della vita. Ci sia dunque un momento di riflessione corale sul valore della vita umana, che serva a rianimare le coscienze e a spingere tutta la società ad accogliere la vita cominciando dal prestare attenzione alle nostre sorelle e ai nostri fratelli in viaggio verso la nascita.
L’eco di quella spinta si ritrova nel Messaggio di quest’anno laddove si afferma che “l’aborto, indebitamente presentato come diritto, viene sempre più banalizzato, anche mediante il ricorso a farmaci abortivi o ‘del giorno dopo’ facilmente reperibili”, e poco prima quando si riconosce che “la vita dei bambini, nati e non nati, viene sempre più concepita come funzionale ai desideri degli adulti”. Certamente, come ricordano i vescovi nel Messaggio, di “vite negate” ce ne sono molte, troppe. Violenza chiama violenza, emarginazione chiama emarginazione, abbandono chiama abbandono, sopraffazione chiama sopraffazione. C’è, infatti, una interdipendenza tra le varie forme e modalità di negazione del valore della vita, ma la catena va spezzata e la cultura che genera questa spirale di morte va urgentemente sgretolata con la forza, profonda e benefica, di una cultura alternativa che, all’opposto, introduce dinamiche di accoglienza, uguaglianza, fraternità, pace. Il presupposto fondamentale è riconoscere il valore di ogni essere umano, cioè la sua incomparabile dignità, la sua preziosità, perciò sempre persona e soggetto.
Lo sguardo sul più inerme, piccolo, apparentemente insignificante, povero, fragile, degli esseri umani – il figlio appena generato – riconosciuto “uno di noi” illumina il valore di ogni esistenza umana e rende capaci di scoprire in ogni situazione la sorprendente forza della vita.
Ed è proprio questo che la Giornata per la vita vuole ogni anno ricordare, perché – sottolineano i vescovi – “la vita ha solide ragioni che ne attestano sempre e comunque la dignità e il valore” e “nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte le donne e gli uomini, un forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita”. La ricorrenza è anche l’occasione per mobilitare l’intera comunità cristiana e civile, per rafforzare il sostegno del volontariato per la vita. La Giornata dovrebbe essere il momento del bilancio consuntivo e della programmazione per il futuro; dovrebbe essere preparata con cura nelle parrocchie, nelle associazioni, nelle scuole cattoliche e magari seguita da iniziative capaci di suscitare interesse e simpatia per la verità riguardo al valore della vita umana. Inoltre, i credenti sanno che la preghiera è di per sé efficace: una costante orazione per la vita sarebbe uno strumento culturale, educativo e persino assistenziale e di conforto di grande rilevanza. Ancora una volta si tratta di vincere l’indifferenza, l’inedia, la distrazione, la rassegnazione per far trionfare la speranza, la forza della vita lasciandosi gioiosamente sorprendere.