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Parlamento Ue: a Strasburgo il caso Salis. Popolari, socialisti, liberali e verdi chiedono rispetto per i diritti della detenuta

foto SIR/Marco Calvarese

Il dibattito, che ha aperto la plenaria, ha subito assunto i connotati di uno scontro politico. Tom Vandenkendelaere, eurodeputato belga del Partito popolare, parla di “inquietudine generata dalle condizioni carcerarie in Ungheria”, e di “problema sistematico” già sollevato dal Consiglio d’Europa.

Brando Benifei, esponente dei Socialisti e democratici, torna a ribadire l’indignazione per “catene e guinzaglio” con i quali Ilaria Salis è stata portata in Tribunale. Invita il Governo italiano a far sentire la sua voce a difesa di una cittadina italiana e attacca il governo di Viktor Orban che “ha scambiato l’Europa per un bancomat” senza rispettarne le regole.
Nicola Danti, esponente di Renew (liberali), si concentra sul “rispetto dei diritti dei detenuti” in tutta Europa, e porta i casi delle dure detenzioni riservate in Belgio all’eurodeputata Eva Kaili, e all’italiano Filippo Mosca in Romania. “Non spetta a noi decidere se Ilaria sia colpevole” rispetto alle accuse che le vengono sollevate in Ungheria. Ma poi aggiunge che “il potere giudiziario in Ungheria è completamente asservito al Governo, e quindi non può essere imparziale”. Infine un appello alla premier italiana Giorgia Meloni perché “difenda la dignità della cittadina italiana” detenuta in Ungheria.
Ignazio Corrao, dei Verdi, denuncia la situazione del carcere ungherese in cui è detenuta la Salis, fra sporcizia e topi. “Ciò avviene anche per il caso di Filippo Mosca in Romania”. E chiede di “garantire i diritti fondamentali e il giusto processo” per Ilaria Salis.

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