Filippo Passantino
Entrare nella chiesa dedicata a Gesù Maestro, in via Portuense, a Roma, significa immergersi nella realtà delle Pie Discepole del Divin Maestro. Una chiesa pensata da don Alberione e realizzata da loro stesse – circa 70 oggi -, alcune di loro sono laureate infatti in ingegneria e architettura. Una chiesa che rispecchia il loro carisma: l’adorazione permanente dell’Eucarestia, l’attenzione alla liturgia attraverso l’arte. Nell’ultimo anno è stata anche luogo di indulgenza. Infatti, il Papa l’ha concessa per i cento anni della congregazione, fondata da don Giacomo Alberione, che ha dato vita alle congregazioni religiose della Famiglia Paolina. Una chiesa aperta a tutti, in particolare, il prossimo sabato 10 febbraio, quando si concluderanno le celebrazioni per il centenario della fondazione. Alle 10.30, il superiore generale della Società San Paolo, don Domenico Soliman, presiederà una messa solenne. Nel pomeriggio, alle 16, l’oratorio sacro “Voce e silenzio” di Marcello Bronzetti con il coro e orchestra Fideles et Amati ispirato alla vita e alla spiritualità della venerabile Maria Scolastica Rivata.
Diversi, invece, durante quest’anno sono stati i momenti di spiritualità vissuti dalle religiose, come quello sulla voce della donna nei ministeri della Chiesa, ad Ariccia. “Si è preparato un percorso spirituale per tutte le Pie Discepole del mondo per aiutarci a rivitalizzare la nostra vocazione e riscoprirne la bellezza e l’attualità”, spiega suor Enza Ancona. Una vocazione che si incentra sull’adorazione eucaristica, che nelle chiese e cappelle delle Pie Discepole diffuse nel mondo “ha la forza dell’intercessione, cioè pregare per il mondo e per la Chiesa e sostenere tutti quelli che sono nella fatica e nel dolore, di giorno e di notte”, dice suor Regina Ceserato. “Questo è il nostro primo apporto per il mondo – aggiunge -. Ed è una forza che viene da Dio e non è nostra. E questo ci porta poi a ministeri di carità sia a comunicare il Vangelo con la forza della bellezza che salva sia ad avere cura delle persone in difficoltà e dei sacerdoti e del popolo di Dio”.
Delle tre dimensioni della missione – l’attenzione all’Eucaristia, ai sacerdoti (dalla prima formazione a quando sono anziani e ammalati) e alla liturgia – si è fatta portatrice madre Scolastica, che ha collaborato con don Alberione nell’istituzione della congregazione. A lei è dedicata, nella casa di Roma, una mostra interattiva e immersiva che ne ripercorre la vita e le opere. Ad accompagnare il visitatore in questo percorso è una costante, che era anche un suo principio: comunicare il Vangelo attraverso l’arte per aiutare a pregare nella bellezza. “La mostra si svolge in tre momenti – ci accompagna in questo cammino suor Maria Joseph Oberto -. Nel primo incontriamo Orsola che non è ancora entrata nella famiglia paolina, nel secondo vediamo il suo incontro con don Alberione che la invita a fondare con lui una nuova famiglia. Ciò che guida Orsola, che nel frattempo è diventata suor Scolastica, è sempre questo sguardo fisso a Gesù. Una volta che la congregazione vive la sua cittadinanza nella chiesa, nel terzo momento, passiamo a contemplare quello che le Pie Discepole hanno compiuto nei loro cento anni di storia vivendo le direttive di suor Scolastica collaborando in Cristo con don Alberione”.