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Siria e Turchia. L’impegno delle Caritas nel soccorso e nella ricostruzione a un anno dal terremoto

Foto Caritas

Un anno fa, il 6 febbraio 2023, alle 4.17 del mattino, un terremoto di magnitudo 7,9 su abbatteva sulla zona al confine tra la Turchia e la Siria. Seguivano molteplici scosse di assestamento, tra cui una molto forte (7,7) e una ulteriore di magnitudo 6,4 il 21 febbraio. In Turchia si piangono 50mila vittime. 9,1 milioni le persone colpite dagli effetti del sisma, 4 milioni gli sfollati, 214mila gli edifici distrutti o inagibili. In Siria 6mila morti, 8,8 milioni di persone colpite, 350mila sfollati, 28mila edifici distrutti o danneggiati. Il tutto si aggiunge agli effetti di quasi 13 anni di guerra.

In Turchia. La Caritas nazionale – insieme a Caritas Anatolia e sostenuta da Caritas Istanbul e Izmir – è attiva fin dai primi istanti. La risposta all’emergenza si è inizialmente concentrata sulla distribuzione di aiuti alimentari e di kit igienici e sulla messa a disposizione di alloggi. In seguito l’azione Caritas si è sviluppata puntando al miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie sfollate, fornendo gli alloggi temporanei delle attrezzature necessarie, come ventilatori, frigoriferi, stufe a legna ed elettriche. Fino a dicembre 2023 Caritas Turchia aveva distribuito oltre 6.280 pasti, 4.422 pacchi alimentari e 5.201 articoli per l’igiene. 121 famiglie hanno ricevuto materiale scolastico e 221 famiglie sussidi per pagare l’affitto. La Caritas ha distribuito alle popolazioni colpite 1.798 ventilatori, 9.444 pacchi di legna e carbone e 336 apparecchi per il riscaldamento. Sono stati installati 73 container prefabbricati e sono in corso attività di supporto abitativo.
La già precaria situazione umanitaria è stata aggravata dalle inondazioni che hanno devastato il Paese negli ultimi mesi e hanno ulteriormente prostrato la popolazione sfollata a causa del terremoto. “Caritas Turchia – dice la direttrice sr. Nazaret Vergara – conosce la vicinanza di Caritas Italiana da molto tempo. Ancora più intensamente dopo il terremoto. Sia con gli operatori sul campo che entrano in contatto diretto con la popolazione, i rifugiati, le famiglie colpite, sia per l’assistenza tecnica in diversi ambiti di lavoro. Una vicinanza sempre rispettosa della nostra identità e delle nostre scelte. Lo spirito di collaborazione in cui lavoriamo con Caritas Italiana è espressione di una vera fratellanza, nell’effettivo servizio ai vulnerabili e nel rispetto della nostra identità cristiana, aperta al dialogo e alla solidarietà con tutti”.

In Siria. Già duramente provata da quasi 13 anni di guerra, la Caritas nazionale ha subito mobilitato i team degli uffici regionali e nazionali nel soccorso alla popolazione con la distribuzione di beni primari: cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici ecc.). La distribuzione è avvenuta in 71 centri di accoglienza comunitari presenti nelle aree interessate dal sisma, in particolare in quelli delle zone di Aleppo e di Lattakia. Sono stati offerti 8.486 pacchi alimentari, 8.736 kit igienici, 2.950 pacchi di acqua potabile, 750 materassi e 10.133 coperte. Molti di questi centri sono stati allestiti dalle parrocchie locali, che hanno accolto gli sfollati. Le famiglie sono state aiutate con circa 10mila interventi. “Ringrazio di cuore Caritas Italiana – dice Riad Sargi, direttore esecutivo di Caritas Siria – per il suo contributo determinante nel sostenere la popolazione siriana, fin da quando è scoppiata la guerra e poi soprattutto dopo il terremoto di febbraio. Ci sono vicini dal primo istante, con un supporto che si prolungherà negli anni, finanziario, tecnico e pastorale, vicini a coloro che hanno avuto vittime e subito danni. Questa vicinanza ci rafforza nel nostro impegno di animazione della comunità e di riconciliazione nella popolazione”.

L’impegno di Caritas Italiana. Al di là degli aiuti materiali, Caritas Italiana sostiene le comunità colpite incoraggiandole a prendere in mano la loro situazione e ad essere protagoniste del processo di ricostruzione del tessuto sociale e relazionale. Si è resa presente con operatori in loco e con due missioni – in Turchia e in Siria – guidate dal direttore don Marco Pagniello. “La comunità cristiana turca – dice don Marco –, pur essendo una piccola minoranza, dà testimonianza di solidarietà con tutti, senza distinzioni di appartenenza religiosa. È segno concreto anche per noi di prossimità e fratellanza. In Siria sono soprattutto i giovani a portare un messaggio di speranza e di impegno. Pur in una situazione di estrema difficoltà ho visto ovunque persone impegnate con convinzione a dare il proprio contributo alla costruzione del bene comune. Vogliamo restare in ascolto della loro testimonianza e trasformare i nostri aiuti in uno scambio di doni. Grazie di cuore a tutti i donatori! Non deve calare il silenzio su queste situazioni”.

Donazioni e progetti. Caritas Italiana (al 31 dicembre 2023), impegnata nei due Paesi con specifici progetti di accompagnamento, sviluppo ed emergenza da oltre un decennio, ha raccolto per Turchia e Siria 13.067.814,08 euro. Questa cifra comprende 1,5 milioni di contributo della CEI (fondi 8xmille) e le donazioni giunte attraverso la Colletta nazionale del marzo 2023. Le uscite per Turchia e Siria ammontano a 3.405.017,30 euro (di cui 1.253.514.11 per la Turchia e 2.151.503.19 per la Siria). Questa cifra comprende i fondi spesi, quelli trasferiti in loco e le risorse accantonate per Caritas Italiana (5% delle offerte non CEI). I restanti 9.662.796,78 euro comprendono fondi già stanziati ma non ancora spesi né trasferiti e fondi che sono destinati a progetti ancora da definire. Da tenere sempre conto che gli interventi in caso di catastrofi come un terremoto si svolgono sulla base di una progettazione pluriennale e dunque i fondi raccolti vengono messi a disposizione man mano che le progettualità lo richiedono.

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