GROTTAMMARE – “Siamo in cammino verso un importante anniversario per la nostra Comunità di Adorazione Eucaristica Perpetua a Grottammare: il prossimo 16 febbraio, infatti, compiremo dieci anni dalla nostra istituzione, una grande grazia di cui non sappiamo come ringraziare il Signore, se non attraverso la nostra sentita preghiera”. È con queste parole che Giulia Damiani, coordinatrice generale della Comunità, ha aperto l’incontro con Suor Maria Gloria Riva avvenuto venerdì 19 Gennaio 2024, alle ore 21:00, presso la chiesa di San Pio V in Grottammare. L’evento, che è il terzo di una serie di appuntamenti pianificati in occasione del 10°Anniversario dall’istituzione della Comunità di Adorazione Eucaristica Perpetua a Grottammare, ha registrato la partecipazione in presenza della religiosa lombarda che ha raccontato la sua vita, la sua esperienza di pre-morte avvenuta quando era ancora una giovanissima donna e la sua vocazione nella luce dell’Eucaristia.

Suor Maria Gloria Riva, appartenente all’Ordine delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento dal 1984 e fondatrice del gruppo laicale associato all’Istituto, la “Comunità Rete di Luce”, ha iniziato il suo intervento mostrando un affresco a lei molto caro, presente nel Duomo di Monza, sua città natale: “Si tratta dell’Albero di Jesse, conosciuto come Albero della vita, un affresco eseguito dagli artisti Giuseppe Arcimboldo e Giuseppe Meda.

Albero della vita – Giuseppe Arcimboldo e Giuseppe Meda

Parto da qui, perché vengo da una famiglia in cui l’albero genealogico è molto importante, una famiglia in cui essere cristiani è un segno distintivo: mio padre è parente di don Bosco, mia madre di papa Ratti (n.d.r. Pio XI). Io sono stata educata alla fede, come se fosse la cosa più naturale al mondo“.

La relatrice ha poi proseguito il racconto della sua vita attraverso altre immagini di opere d’arte per lei particolarmente significative. In particolare, attraverso l’opera dell’espressionista Fetting Testa nel crepuscolo, ha raccontato il suo momento più buio:

Testa nel crepuscolo – Rainer Fetting

“Il crepuscolo è quella parte della giornata in cui non si vede bene come il giorno, ma non è ancora buio come la notte. Io mi trovavo proprio in quel momento della mia vita in cui non riuscivo a vedere con chiarezza, come succede al crepuscolo, dominata dalle emozioni, risucchiata dagli avvenimenti, senza potermi domandare se fossi ancora la protagonista della mia vita. Anche se io personalmente non ho mai assunto droghe, mi sono ritrovata in una comitiva di giovani sopraffatti dalla droga: una mia compagna di classe è morta di overdose, mentre un’altra si è salvata per miracolo. Vedere quello che era successo ad alcuni miei amici e comprendere la fine che avevano fatto, mi ha reso all’improvviso lucida: ho capito che volevo la libertà, ma intorno a me c’era solo dipendenza; volevo la vita, ma lì trovavo solo morte. Quando me ne sono resa conto, sono tornata subito a casa”.

Suor Riva ha poi raccontato l’esperienza entusiasmante dello studio e della sua professione di fumettista che l’hanno costretta – come ha detto lei – “a guardare la realtà e a conoscere storie di vita come quella di Santa Caterina da Siena”. “Un altro momento importante – ha proseguito la religiosa – è stato il mio incontro con il mondo del teatro. Quando sono entrata nella grande Compagnia Teatrale dell’Arte al Castello Sforzesco di Milano, ho avuto la grazia di incontrare il fondatore della Filodrammatica di Milano, Mario Tedeschi, un ebreo molto profondo, il quale, già durante il provino, mi fece scoprire che il teatro è un fatto contemplativo. In quel primo incontro rimasi interdetta dal fatto che un ebreo mi facesse scuola di fede. Cosa che avvenne anche dopo, quando stavamo lavorando per mettere in scena ‘Il processo’ di Kafka, un testo caro all’intelligencija di sinistra, che riguarda il laicismo più puro. Eppure lui ci disse che, senza sapere chi fosse Giobbe, non avremmo potuto leggere e comprendere ‘Il processo’ di Kafka. Per me fu impressionante! Il Signore ti aspetta dietro le porte. Tu scappi dalle sagrestie, vai da un ebreo per fare teatro e lui ti insegna cosa sia la fede. È così che ho capito che ogni tradizione, ogni evento, ogni rito, ogni cosa della nostra storia non si può comprendere senza conoscere le nostre radici, ovvero la nostra fede giudaico cristiana”.

Visioni dell’aldilà – Hieronymus Bosch

Dopo aver raccontato la sua esperienza di premorte e il modo in cui è maturata la sua vocazione attraverso la bellezza dei dipinti Visioni dell’aldilà di  Bosch, Suor Riva ha affermato: “Quando sono entrata nel Monastero, ho cominciato a capire che la Chiesa è come una grande nave che solca il mare della storia sulla tomba scoperchiata”.

Attraverso l’analisi appassionata e commovente del quadro di Caravaggio La deposizione di Gesù, la religiosa ha spiegato come “nell’opera di Merisi la base della tomba sembri la prua di una nave e le vele di questa nave siano le intercessioni di Maria di Cleofa, che con le sue braccia legate alzate verso il cielo pare stia levando in alto una preghiera di intercessione. Poi la Maddalena, che rappresenta tutta la Chiesa che piange, quando qualcuno piange, sbaglia, si perde. E la Madonna, lo scafo della nave, che con le sue braccia aperte tiene il gruppo stretto, compatto. Lei è la testimone del grande Amore di Dio. E infine anche Giovanni e Nicodemo. In Gesù la Chiesa trova la sua fonte e il suo fine. Cosa vuol dire allora adorare? Vuol dire essere così dentro l’altare della Chiesa, da essere già nella Sua eternità. L’adorazione non si esaurisce quando guardiamo il Santissimo Sacramento. Essa cambia il nostro sguardo. L’Eucarestia finirà, ma l’adorazione è eterna”.

Suor Riva ha infine concluso il suo intervento ricordando il giovane Acutis: “L’adorazione è il modo di stare dei beati davanti a Dio e lo aveva capito bene Carlo Acutis. Un giorno, mentre stavo facendo delle lezioni ai laici sui miracoli eucaristici, la signora Antonia Salzano – sua madre – telefonò in convento. Chiese di me e mi raccontò del suo giovane figlio che aveva pensato di allestire una mostra sui miracoli eucaristici. Me lo passò al telefono, dicendomi che non sapeva cosa si fosse messo in mente. Io ascoltai quella voce giovane, ma profonda e con le idee molto chiare. Ci sentimmo al telefono più volte e ci scrivemmo. Poco dopo tornò la madre per dirmi che suo figlio era in ospedale e che sul cellulare del suo amato ragazzo aveva visto un filmato registrato da Carlo in cui diceva che la Madonna presto lo avrebbe portato in Cielo con lei. Ma noi – mi disse Antonia – lo vogliamo ancora qui con noi. Vennero i suoi amici a pregare il Santissimo Sacramento per la vita di Carlo. Scoprimmo in quell’occasione che qualcuno, proprio vicino casa nostra, di 15 anni, aveva scoperto che l’Eucaristia è l’autostrada per il Cielo, che l’adorazione non finisce tutta lì e che i miracoli eucaristici sono solo il modo in cui Dio ci attira a sé”.

Molto soddisfatta della serata Giulia Damiani, coordinatrice della Comunità di Adorazione Eucaristica Perpetua a Grottammare. Queste le sue parole: “Non posso che essere grata al Signore per la bellissima esperienza vissuta insieme a Suor Gloria. Il fatto per me più sorprendente dell’incontro è stato il silenzio che regnava durante la sua testimonianza. Nonostante la chiesa fosse gremita, il silenzio era talmente grande che ‘si sarebbe avvertito anche il battito di ali di una farfalla’, come ha affermato una mia amica il giorno dopo, mentre ci confrontavamo sull’incontro vissuto. Nessun video potrà mai riprodurre la realtà della  grazia sperimentata quella sera! In questo mondo, in cui spesso si corre nella confusione e nel trambusto generale e che procede sempre più verso la finzione del virtuale, fermarsi un momento a cercare, vivere ed approfondire la Fede, ci aiuta a ristabilire le priorità della nostra vita, a farci allargare il cuore e la mente e a ripagarci del sacrificio di uscire la sera. Abbiamo avvertito la sensazione che, attraverso le parole di Suor Gloria, il Signore parlasse intimamente a ciascuno di noi, nonostante fossimo una nutrita platea.
Ringrazio l’Ancora per il servizio che svolge nel raccontare questo incontro per chi, pur avendo voluto, non ci è potuto essere, soprattutto per i malati e chi realmente non ha avuto la possibilità di poter partecipare”.

Per vedere il video completo della testimonianza di Suor Maria Gloria Riva, clicca qui: https://www.youtube.com/watch?v=gTMq48tPZ5I

 

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