X

San Benedetto, la testimonianza dei coniugi Gabriela Osorio e Stefano Cipolloni

DIOCESI – In occasione della festa di San Valentino, per  celebrare l’amore, abbiamo chiesto ad una coppia di sposi di rilasciarci una testimonianza sugli eventi vissuti Domenica 4 Febbraio in occasione della 46° Giornata per la Vita (https://www.ancoraonline.it/2024/02/05/foto-giornata-per-la-vita-vescovo-bresciani-siamo-chiamati-attraverso-la-preghiera-e-le-opere-a-cambiare-il-mondo/).
Accogliere la vita, infatti, seppur in modi diversi, è l’espressione più alta dell’amore.

Si tratta di Gabriela Osorio e Stefano Cipolloni, entrambi di 46 anni, madre e padre di due figli, Leonardo e Maya.

Gabriela e Stefano: “Abbiamo partecipato Domenica per la prima volta agli eventi organizzati dalla Diocesi in occasione della Giornata per la Vita, invitati dal Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto. Non sapevamo tra l’altro che questa giornata fosse nata proprio nel 1978 all’indomani dell’approvazione della Legge 194 che legalizzava l’aborto e non avevamo mai avuto la curiosità di partecipare. Quest’anno invece lo abbiamo fatto e siamo veramente contenti di averlo fatto perché la testimonianza delle persone invitate é stata davvero toccante.
Ci ha colpito il racconto, fatto dal dott. Di Biagio, delle tante donne che, incinte, hanno vissuto momenti difficilissimi, pieni di dubbi, conflitti interiori e confusione. Momenti in cui il dottore le ha aiutate, accompagnate, invitandole ad aprirsi alla vita con una scelta che inizialmente forse sembrava impossibile e coraggiosa, ma che nel tempo si è rivelata vincente. Abbiamo ascoltato poi con molta emozione la storia di due famiglie che hanno scelto di adottare dei bambini, i quali non sono nati dai grembi delle loro mamme acquisite, ma dai loro cuori. In particolare le vicissitudini che hanno dovuto affrontare ci hanno fatto riflettere su due aspetti”.

Gabriela: “In primis, a me, come specialista della salute mentale, hanno fatto pensare a quanto dolore fosse nascosto dietro quel nuovo legame indissolubile genitori-figli: effettivamente è una relazione nata contemporaneamente dal dolore dei genitori che non hanno potuto concepire figli biologici e dalla sofferenza di bambini ai quali é stato negato l’affetto dei propri genitori naturali, costringendoli a vivere il trauma peggiore che un individuo possa sperimentare nella prima infanzia, ovvero l’abbandono. Entrambe le famiglie si sono confrontate con queste ferite: l’amore però fa miracoli e ha guarito il legame biologico mancante. Papà e mamma avrebbero potuto cercare di superare il dolore attraverso la scelta più comoda, ovvero il vittimismo o l’egoismo, ed invece hanno scelto di uscire dalla propria comfort zone ed aprirsi a questa incredibile avventura di guarigione per loro e per i loro nuovi figli.

Il secondo spunto di riflessione é stato invece personale. Come padre e madre cattolici, anche io e mio marito in qualche modo amiamo, educhiamo e cresciamo figli che però non ci appartengono: essi sono un dono di Dio, li abbiamo solo in prestito ed a Cristo noi dobbiamo riportarli. Presi dai mille impegni e problemi quotidiani e cercando di dare loro sempre il meglio in termini culturali ed esperienziali, a volte ci capita di trascurare la parte più importante, ovvero quella spirituale. Noi genitori, invece, abbiamo il dovere di aiutarli a scoprire il vero senso dell’esistenza umana, conducendoli, in una società perennemente malata e depressa, dominata dall’infelicità e dall’insoddisfazione, verso la fonte più grande, anzi l’unica vera fonte, di pace e serenità: Dio”.

Gabriela e Stefano: “La celebrazione pro vita a cui abbiamo partecipato è stata molto sentita. A nostro avviso, una Chiesa che vuole dire Sì alla vita, deve indubbiamente dire No all’aborto e fare il
possibile per favorire il matrimonio e la famiglia tradizionale. Non solo! La Chiesa potrebbe fare molto di più, prendendo posizioni nette e coraggiose in molti più campi. I tempi che corrono, infatti, non consentono più posizioni tiepide. Certamente viviamo in un mondo che propone modelli e stili di vita totalmente antitetici, il più delle volte veicolati mediante il più pericoloso degli strumenti in mano ai ragazzi, ovvero il cellulare. La vita virtuale imposta ai ragazzi dai social media sta distruggendo la cultura dell’impegno e del sacrificio, portandoli a scegliere sempre la via più facile e la gratificazione immediata. Mai, come oggi, i ragazzi sono così spaesati, isolati, depressi, ansiosi e dipendenti da psicofarmaci; mai come oggi sono così lontani da Dio. Forse oggi la vera rivoluzione nelle famiglie, il vero atto di coraggio, consiste nel non conformarsi a quello stile di vita che sembra prevalere nel mondo, bensì nel tornare alle origini, riscoprendo la tradizione, la vera educazione cattolica e quei valori importanti, come la solidarietà, la cooperazione, il matrimonio e soprattutto la famiglia tradizionale, generatrice di vita”.

Carletta Di Blasio: