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Cei. Comitato interventi caritativi per sviluppo popoli: stanziati 12.295.703 euro in formazione, inclusione e sanità

foto SIR/Marco Calvarese

Gigliola Alfaro

Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della Cei, nella riunione del 9 e del 10 febbraio, ha approvato 73 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati 12.295.703 euro così suddivisi: 6.855.679 euro per 36 progetti in Africa, 3.324.648 euro per 18 progetti in America Latina; 1.978.675 euro per 18 progetti in Asia; 136.701 euro per 1 progetto in Medio Oriente.

Tra gli interventi che saranno realizzati nel Continente africano, grande attenzione sarà data alla formazione: a Nsimalen, in Cameroun, l’Associazione Volontari per lo sviluppo dei popoli onlus (Avaz) realizzerà un Centro di formazione professionale d’arte e dei mestieri; in Madagascar, le suore di Cristo (Unione Mysterium Christi) allestiranno un laboratorio informatico e uno audiovisivo nella scuola “Sainte Therese” di Ampasimbe Manantsatrana, mentre in Ciad la Fondazione Acra promuoverà una vasta opera educativa, con un focus sulle pari opportunità e l’uguaglianza di genere, a favore della popolazione di tre diocesi e specialmente delle donne (la cui alfabetizzazione, nell’area del progetto, è pari al 14%). Nella Repubblica Democratica del Congo, la Congregazione dei Servi del Sacro Cuore dell’arcidiocesi di Mbandaka-Bikoro costruirà e allestirà un Centro di recupero scolastico per bambini di etnia pigmea e giovani emarginati. In Tanzania, la diocesi di Singida realizzerà un Centro sociale a Makiungu per favorire l’empowerment socio-economico, lo sviluppo delle competenze e la formazione socio culturale così da combattere l’analfabetismo, la povertà, le malattie e la disoccupazione. Sul piano sanitario, in Burkina Faso, le suore missionarie di Nostra Signora degli Apostoli costruiranno ed equipaggeranno il reparto di radiologia del “Centre Medical Bethanie”, un ospedale con chirurgia, pediatria, ostetricia a servizio della popolazione della regione est del Paese. Particolare rilevanza assume l’intervento promosso dalla diocesi di Dassa-Zoume che, in Benin, costruirà un pozzo con relativa cisterna e rete idrica per assicurare acqua potabile ad almeno 3.000 abitanti del villaggio di Okonta-Ossè, dove l’approvvigionamento idrico è attualmente molto difficile.

Tra i progetti più significativi, cinque sono nel Continente latino-americano: in Bolivia, gli Scalabriniani contribuiranno all’integrazione socioeconomica e culturale dei migranti e rifugiati, mentre in Cile verrà favorita, nella regione dell’Araucania, l’inclusione dell’etnia Mapuche che costituisce il 26% della popolazione, attraverso iniziative di conoscenza e dialogo. In Brasile, la diocesi di Juina aumenterà la capacità dell’impianto attuale di riciclaggio dei rifiuti (da 300 a 600 tonnellate all’anno) e, di conseguenza, il numero dei lavoratori coinvolti, oltre a creare nuove strutture e infrastrutture a favore della popolazione locale. Ad Haiti la Congregazione di Santa Croce istituirà un laboratorio medico e una farmacia nel quartiere Bizoton 53. In Venezuela, infine, il Vicariato apostolico di Caroní ristrutturerà ed amplierà il Centro sociale femminile “Santa Teresita del Niño Jesús2 per la promozione delle donne.

La solidarietà giunge anche nel Continente asiatico: in India, verrà ristrutturata la Scuola superiore “Bala Jyoti Remedial” che offre istruzione e alloggio a titolo gratuito a studenti di famiglie povere, mentre, in Myanmar, il Myanmar Jesuit Region potenzierà la struttura di coordinamento e assistenza dei college presenti sul territorio. La rete è fondamentale soprattutto dopo la chiusura dell’università e l’interruzione dell’insegnamento secondario.

In Medio Oriente, in Libano, l’Avsi sosterrà le scuole locali nel fornire un’istruzione di qualità per tutti, concentrandosi sullo sviluppo delle competenze degli insegnanti e sull’inclusione sociale degli studenti con difficoltà di apprendimento e disabilità. L’intervento riguarderà quattro scuole private che ospitano diverse comunità religiose e accolgono alunni provenienti anche dagli insediamenti di rifugiati siriani del distretto di Marjayoun.

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