SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Mario Lupo – Racconto la vita racconto la pittura” è il racconto autobiografico dell’artista. Un volume pubblicato da Gianni Maroni nel 1989. Ne parliamo con la figlia Maristella che da anni si impegna per far in modo che le opere e l’arte in generale del padre possano essere tramandate alle generazioni future.
Maristella, perché suo padre ha deciso di scrivere questa autobiografia?
Fino a quel momento mio padre aveva affidato il racconto della sua vita alla pittura. La sua è sempre stata una pittura autobiografica: gli incontri, i luoghi, gli accadimenti che toccavano la sua sensibilità di uomo e di artista, trovavano espressione nelle opere. Magari rimanevano celati per lungo tempo per poi emergere, forse inconsciamente e casualmente, ma con grande forza. Come lui stesso scrive nella prefazione al libro, tante volte aveva dovuto raccontare ad estimatori e collezionisti, che diventavano immancabilmente amici, il perché di certe scelte pittoriche, del suo modo di esprimersi nell’arte. Così, all’età di sessant’anni circa, forse, aveva sentito la necessità di mettere le sue parole nero su bianco. Probabilmente era giunto il momento di ricordare anche a se stesso la sua vita fino a quel momento, di guardare indietro, di capire e far capire meglio la crescita umana che, da un certo momento in poi, era andata di pari passo con la crescita artistica.
Qual è stato l’approccio di Mario Lupo con la scrittura?
Mario Lupo non si proponeva di diventare anche scrittore, poiché riusciva a comunicare la propria poetica, in modo quasi totalizzante, attraverso la pittura. La sua scrittura è diretta e immediata, utilizzando un linguaggio tipico di chi racconta una storia ad un amico. Mio padre non aveva bisogno di lunghi e complicati giri di parole per esprimere il proprio pensiero. In questo libro si è messo a nudo, ha raccontato momenti della sua vita anche molto intimi, dolorosi e a volte umilianti, oltre che di grande gratificazione ed esaltazione emotiva. Lo ha fatto sempre con grande sincerità e semplicità.
Un volume ricco di materiale fotografico: non solo opere d’arte, ma anche immagini private. Ce n’è una alla quale è più legata?
È difficile scegliere. Sono molto legata alle foto di mio padre da giovane: nel 1942 in divisa da marinaio e nel 1946 da alpino. Com’era bello da ragazzo, e nonostante le difficoltà di quegli anni, aveva sempre il sorriso negli occhi. Anche nelle foto degli anni successivi mio padre non ha mai perso quel suo sguardo aperto. E poi c’è la foto di mia madre nel 1944 e quella del loro matrimonio nel 1954. In quegli anni mancava tutto, ma non i sogni, e questo si legge nei loro sorrisi e sguardi.
In queste pagine Mario Lupo regala al lettore momenti di infanzia, amicizia e famiglia.
Le prime circa settanta pagine del libro sono dedicate al racconto della sua vita prima dell’approccio con la pittura: la nascita a Giulianova, i vari trasferimenti per motivi legati al lavoro del padre, l’infanzia e l’adolescenza negate perché mio padre è appartenuto ad una generazione a cui, come lui stesso affermava, “la storia ha derubato forse della cosa più cara nella vita di un uomo: l’adolescenza e la giovinezza”. Ha raccontato i tanti svariati lavori che ha fatto da adolescente, conciliando scuola e lavoro. In seguito ha narrato i primi anni di navigazione nella marina mercantile, gli inizi della carriera militare, per un breve periodo nel corpo degli alpini, e poi imbarcato nella finanza di mare. Il mare era la sua vera passione che lo ha poi portato a dipingere quadri e dove è sempre presente. Il resoconto di quegli anni è infarcito anche di aneddoti di sana goliardia, perché il temperamento di mio padre lo portava ad essere molto estroverso, di buona compagnia ed anche un po’ burlone. In vari punti emerge il suo amore struggente per la madre, forse la figura più importante dei suoi anni giovanili, insieme a quella del fratello Tarcisio. Dal 1954 la narrazione pone in primo piano le sue esperienze di artista: le delusioni e le difficoltà del periodo anconetano, ma anche i primi successi e gli incontri di quel periodo, molto determinanti ed importanti per quello che sarebbe venuto dopo; l’arrivo a San Benedetto del Tronto e tutto ciò che ne è derivato a livello umano e professionale. Ha ripercorso man mano le tappe della maturazione ed evoluzione artistica fino al 1989, mettendo sempre in risalto il suo “sentire”. Tutti gli episodi narrati fanno parte della sua storia, ma un po’ anche della mia, per averli sentiti raccontare più volte e in molti casi per averli vissuti.
Questo non è l’unico libro che raccoglie alcune delle sue opere.
Altri libri monografici sono:
“Qualche miglio di tela olona”, realizzato nel 1978, in occasione della mostra antologica per il 25 anni di pittura, presso il Kursaal di Grottammare. Contiene nota biografica e testo critico di Giovanni Maria Farroni, n. 265 foto a colori e n. 119 foto in bianco e nero. Editore “Roby arte” di Agugliano (AN);
“L’immagine corale” , edito nel 1983 in occasione delle rassegne al Museo della Scienza e della Tecnica “Leonardo da Vinci” di Milano e al Musée de l’Athénée di Ginevra. I testi critici (in italiano e francese) sono di Franco Solmi e Marilena Pasquali, la quale ha curato anche l’itinerario critico-biografico. Contiene n.7 foto a colori e n.131 foto in bianco e nero. Editore” Stampa d’arte La Civetta” di Bologna
“Il Cristo di tutti”, pubblicato nel 1988 e presentato in occasione dell’omonima mostra al Centro Culturale San Fedele di Milano, contiene n.11 poesie scritte da David Maria Turoldo nel settembre 1987 e le riproduzioni a colori di n. 44 opere di Mario Lupo, eseguite con tecnica mista su carta paglia, ispirate al tema della Passione di Cristo ed alla Crocifissione. Contiene testi critici di Carlo Bo, Italo Mancini e Valerio Volpini. Editore “Gianni Maroni” di Ripatransone (AP)
Burrasche, catalogo realizzato nel 1991, in occasione della omonima mostra presso la Stamperia dell’Arancio di Grottammare, inaugurata il 15 dicembre 1991. Con presentazione di Valerio Volpini, contiene n. 7 foto a colori e n. 5 foto in bianco e nero. Editore: Stamperia dell’Arancio, Grottammare – Collana: Immaginazione – Quaderni d’Arte.
“L’immaginario del mare”, catalogo realizzato in occasione della mostra antologica postuma, che si è svolta nel 1997 all’Ex Gil e alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, alla Stamperia dell’Arancio di Grottammare e alla Galleria La Mimosa di Ascoli Piceno. Contiene n. 92 riproduzioni a colori di opere e n. 18 foto in bianco e nero. A cura di Francesco Lista, con testi critici di Dino Carlesi, Floriano De Santi, Italo Mancini, Franco Solmi, Valerio Volpini e scritti introduttivi di Pietro Colonnella, Paolo Perazzoli, Gino Troli, Paolo Virgili. Editore: Stamperia dell’Arancio, Grottammare – Collana: Immaginazione – Quaderni d’Arte.
Quali sono i prossimi progetti e iniziative che vuole realizzare per mantenere viva la memoria artistica di suo padre e condividere con gli appassionati le sue opere?
Ho in mente diversi progetti, tra cui la realizzazione di un film documentario che narri la vicenda umana ed artistica di Mario Lupo. Nel 2026, anno in cui ricorrerà il centenario della sua nascita, mi piacerebbe allestire una mostra antologica rappresentativa dell’intero percorso artistico, con esposizione delle opere più significative, di mia proprietà ma anche di collezionisti privati. Inoltre voglio mettere a disposizione tutte le opere di Mario Lupo in mio possesso, per allestire una sua esposizione permanente, aperta al pubblico. Mi auguro che qualcuno, tra gli Enti pubblici che mi accingo ad interpellare, possa accogliere favorevolmente questa importante proposta. Nella mia mente ci sono, ancora in fase embrionale, anche altri progetti, che avrò piacere di condividere appena saranno meglio definiti.
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