PODCAST – Per la rubrica di podcast “Il Punto”, curata dalla giornalista Carletta Di Blasio, oggi è on line il podcast “Giovani fragili e giovani felici: cosa fa la differenza?”
Uno studente marchigiano che ha tentato di suicidarsi, il cantante Sangiovanni che si è ritirato dalla scena musicale e alcuni ragazzi della nostra Diocesi impegnati nell’Azione Cattolica.
Cosa hanno in comune?! Sono tutti giovani, anzi giovanissimi, che stanno cercando la strada per giungere alla piena realizzazione di sé.
Ma cosa significa realizzarsi pienamente? Cosa noi adulti riteniamo essere il meglio per noi? E cosa insegniamo ai nostri giovani? Ad essere frustrati o ad essere felici?
Ascolta qui il podcast: https://www.ancoraonline.it/podcast/rubrica/il-punto/
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Grazie per il bellissimo articolo sui giovani di oggi.La giornalista ha saputo cogliere una realtà da non sottovalutare ed ha offerto spunti di riflessione molto interessanti .
Carla, mi è piaciuta molto la tua idea di realizzare dei podcast. Cercherei anche di includere anche alcune riflessioni dei ragazzi per esporre ciò che pensano. La scuola è un luogo fondamentale per valorizzare le unicità di ognuno e dare gli strumenti per capire chi sono i nostri ragazzi e orientarli nel mondo. Sentendoti, mi è tornato in mente Galimberti: la felicità è l’autorealizzazione di se medesimi, di se stessi, e questa è una definizione di Aristotele il quale ritiene che ogni uomo sia fornito di una vocazione, di una inclinazione, che lui chiama daimon, ciascuno ha il suo demone, il musicista, l’artista, il filosofo, l’uomo che lavora manualmente, e la felicità in greco si dice eudaimonia: "la buona realizzazione del tuo demone". Questa è la definizione di felicità di Aristotele e io sto a questa definizione, l’autorealizzazione, uno se si autorealizza, se fa ciò per cui è chiamato o che è evocato, appunto, è felice. Dovremmo porci in posizione di ascolto nei confronti dei nostri ragazzi, sostenendoli e non considerararli come espressione delle nostre aspettative di genitori.
È stata una bella riflessione sul panorama attuale giovanile, ho apprezzato - e condivido - la spiegazione relativa al concetto di felicità, che non ha nulla a che vedere nel raggiungimento di obiettivi complessi, ma si percepisce, nel qui ed ora, con l'essere in armonia con l' essenza delle cose.
Che cosa dire dei giovani in questo momento storico così difficile?
Abbiamo giovani felici e giovani purtroppo frustrati!!!!!!!! I giovani felici sono quelli che cominciano a maturare chiedendosi il perché, il come, il quando di tutto quello che hanno. Rispettano il sacrificio degli adulti accontentandosi dell' essenziale e capire che, con le proprie forze, si può ottenere tanto seguendo la logica della sopportazione, dell' onestà, della voglia di fare anche superando gli altri ma senza mettersi in competizione. Il giovane felice è quello che esplora il mondo con le sue forze, con la sua voglia di conoscere sapendo che la famiglia e pochi altri stanno lì a proteggerli senza inganni. Il giovane frustrato al contrario è quello che non è mai cresciuto, ha bruciato le sue tappe per essere migliore non con le sue forze ma chiedendo aiuto ovunque. La sua felicità è poco durevole e lascia amarezza interiore . La sua frustrazione nasce nella famiglia in cui lo scopo della vita è tutto e subito scavalcando tanti passaggi per ottenere tanto e affermarsi . La famiglia dà la spinta ma la società frena e a volte annienta così si cade nella frustrazione, depressione e gesti estremi. Il frustrato è un poveraccio pieno di ansie e sconfitte prima familiare e poi sociale . Ora la famiglia non sarà lì a pensare, a fare al suo posto, a risolvere i suoi problemi perché è troppo tardi: rimane solo l' amarezza di aver percorso strade sbagliate per essere felici. I giovani quindi hanno bisogno di essere guidati , di essere amati e capiti prima di tutto dalla famiglia, dalla scuola e da tutte le istituzioni che concorrono alla loro formazione umana e sociale.