In una nuova ricerca, Amnesty International ha denunciato una “preoccupante escalation dell’utilizzo delle leggi anti-terrorismo e anti-estremismo in Russia”, intensificatasi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina a febbraio 2022.
La ricerca, intitolata “Terrorizzare l’opposizione”, testimonia come le autorità russe stiano sempre più prendendo di mira dissidenti e manifestanti pacifici col pretesto della “sicurezza nazionale”. “Quello che stiamo notando oggi in Russia non è solo un uso spropositato della legge; le autorità strumentalizzano le leggi anti-terrorismo e anti-estremismo per soffocare il dissenso e tenere sotto controllo l’opinione pubblica in maniera allarmante e sconvolgente. Queste leggi, vaghe nella loro formulazione e arbitrarie nella loro applicazione, vengono utilizzate per zittire le voci critiche e infondere paura in coloro che hanno il coraggio di prendere la parola”, ha dichiarato Oleg Kozlovsky, ricercatore di Amnesty International sulla Russia. “Lunghe pene detentive vengono inflitte a seguito di processi militari a porte chiuse, spesso per un commento online o una donazione fatta a un gruppo dell’opposizione. Le autorità etichettano persone come ‘terroristi’ ed ‘estremisti’, tagliandole così fuori dai servizi finanziari e dal reddito di base, senza nemmeno aver bisogno della sentenza di un tribunale. Il prezzo psicologico ed emotivo da pagare per le singole persone e intere famiglie è imponderabile e l’impatto paralizzante sull’intera società russa è profondo”, ha aggiunto Kozlovsky.
Dal 2013, sono state pronunciate condanne per reati legati al terrorismo a carico di 3.738 persone, secondo i dati di Amnesty. Oltre il 90% di queste condanne non era collegato ad attacchi terroristici, né commessi né pianificati, ma riguardava piuttosto una serie di altre azioni, come il presunto “favoreggiamento del terrorismo”. Per tali ragioni – rileva il rapporto -, le condanne sono aumentate di 50 volte negli ultimi dieci anni. È importante sottolineare che nessuno degli accusati di reati legati al terrorismo è stato assolto, almeno a partire dal 2015, anno in cui sono state rese disponibili le statistiche. A dicembre 2023, il “Registro dei terroristi e degli estremisti” del Servizio federale di monitoraggio finanziario includeva 13.647 persone, di cui 11.286 etichettate come “terroristi”. Tra queste, il 13% erano donne e 106 erano minorenni. Essere inseriti in questo registro, su cui non c’è alcuna revisione giudiziaria, comporta il blocco dei conti bancari e limita le spese a 10.000 rubli al mese, pari a circa 100 euro. Per coloro che risultano registrati, mantenere anche solo uno standard di vita di base rappresenta una sfida notevole.
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