Il secondo venerdì di Quaresima, 140° giorno di guerra a Gaza tra Hamas e Israele, oltre 1000 alunni e studenti delle Scuole cristiane di Gerusalemme hanno camminato lungo la Via Dolorosa della Città Santa, pregando la “Via Crucis” mai come questa mattina trasformata in una “Via della Pace” lungo la quale si sono alzate invocazioni per la fine della guerra e la grazia della riconciliazione.
Tensione palpabile. Erano presenti, con esponenti delle varie denominazioni cristiane e il nunzio apostolico, mons. Adolfo Tito Yllana, anche i ragazzi e i bambini di quattro Scuole della Custodia di Terra Santa, come racconta padre Ibrahim Faltas, vicario custodiale e responsabile delle scuole di Terra Santa della Custodia. Nelle strade della Città vecchia di Gerusalemme, in una tensione palpabile dopo l’attentato di ieri (con tre vittime – un israeliano e due attentatori palestinesi – compiuto vicino a Maale Adumim, su una strada che collega un insediamento israeliano a Gerusalemme, ndr.), “è spiccato il colore bianco delle sciarpe dei bambini, bianche come le colombe liberate per implorare la pace sulla Terra Santa e sul mondo”. Partiti dal convento della Flagellazione, spiega padre Faltas, “i partecipanti hanno pregato le prime otto Stazioni lungo la via Dolorosa della Città Vecchia, mentre le ultime sei Stazioni sono state meditate al convento di San Salvatore, insieme al Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. “Lungo la via Dolorosa, ripercorrendo le Stazioni che fanno memoria della passione e morte di Cristo, abbiamo ricordato la sua sofferenza e lanciato un appello di pace. I bambini e i ragazzi di Terra Santa – aggiunge il vicario della Custodia – conoscono dalla nascita limiti e privazioni che negli ultimi cinque mesi sono purtroppo aumentati e oggi, più che mai, dobbiamo ascoltare la loro voce e la loro richiesta”. Per questo motivo, sottolinea padre Faltas,
“la Via Crucis di oggi è stata speciale perché ha inviato un messaggio importante al mondo: nelle meditazioni i giovani percorrono la via del Dolore che, attraverso la Speranza della Resurrezione, diventa via della Pace”.
“Sono state meditazioni sentite e profonde che rivelano la loro sofferenza per la tragica situazione di Gaza. I loro coetanei di Gaza stanno morendo di fame perché non arrivano gli aiuti umanitari; stanno morendo di sete perché non esistono più le condutture o sono state inquinate e i bambini bevono l’acqua delle pozzanghere; stanno morendo di freddo perché non hanno abiti caldi e questo è il periodo più freddo dell’anno, si riparano e dormono in tende umide di pioggia; stanno morendo per la mancanza di igiene e di cure perché non esistono più ospedali”.
Spezzare le catene dell’odio. Durante il cammino, prosegue il francescano, “i giovani partecipanti hanno espresso tutto il loro desiderio di vivere in pace e in sicurezza, e chiesto al Signore una vita nuova, la dignità della verità e della giustizia. Chiedono di essere aiutati a spezzare le catene di odio e di violenza attraverso la forza dell’amore. Come il Cireneo, gli studenti delle scuole cristiane hanno portato la Croce, per essere più vicini alla sofferenza del prossimo chiedendo a Gesù di imparare a perdonare perché il perdono è un atto d’amore”. Le meditazioni delle Stazioni hanno ricordato “i bambini orfani di guerra, pregando che il Signore conceda loro l’accoglienza, l’affetto e la sicurezza di una nuova famiglia. Sono state elevate preghiere perché tutti i bambini del mondo possano continuare a sperare nel futuro reso precario e incerto da chi dovrebbe dare loro protezione e cura”. Arrivati a san Salvatore gli studenti, con i loro insegnanti, hanno ricevuto il saluto del Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton: “Abbiamo camminato sulle pietre che Gesù ha calpestato 2000 anni fa mentre portava la croce verso il Calvario. Nel dare la vita per noi Egli ha sentito tutta la sofferenza dell’umanità, anche quella che sentiamo noi oggi, quella dei bambini di Gaza, di Palestina e di Israele e di tantissimi altri paesi del mondo”. Poi l’esortazione a
“essere discepoli di Gesù e seguire le sue orme. Per questo domandiamo a lui la grazia di tenere sempre il cuore libero dall’odio e dal desiderio di vendetta contro chi ci fa il male. Chiediamo la grazia che tutti i muri fatti di inimicizia e di odio vengano demoliti e si costruiscano ponti di riconciliazione tra le persone, tra i popoli, tra i credenti di tutte le religioni”.
“I bambini e i ragazzi della Terra Santa – conclude padre Faltas – hanno dato senso, sostanza e speranza alla parola pace. A noi adulti rimane la responsabilità di ascoltarli”.