Di Giuseppe Mariucci
MONTELPARO – Ancora una volta ci vogliamo occupare, da queste pagine, della scrittrice montelparese Patrizia Baglioni, blogger e insegnante! Il suo ultimo romanzo “Il mio nome è Carola”, edito dalla casa editrice marchigiana Giaconi Editore di Recanati, è stato presentato nella manifestazione “Come si diventa un libro”, che (organizzato da Pitti Immagine) si è svolta dal 23 al 25 febbraio scorso a Firenze in Stazione Leopolda.
Questa iniziativa invita il lettore e il professionista all’interno della Leopolda, come in una grande libreria. Qui hanno potuto scoprire autori internazionali e nazionali di rilievo, emergenti, case editrici, realtà e istituzioni che, a vario titolo, si relazionano con il mondo dell’editoria.
E, quello che segue, è quanto la scrittrice Patrizia Baglioni ha voluto dirci in un incontro che abbiamo avuto con lei per conoscere meglio il suo nuovo libro!
Ciao Patrizia, questo è il tuo quarto libro ed è un testo dedicato ai ragazzi. Dopo i due gialli come mai questa scelta?
“Prima di ogni cosa vorrei ringraziare la redazione de l’Ancora On line e, in modo particolare, Giuseppe Mariucci, che accolgono sempre con favore ed entusiasmo le mie opere. La penna a volte sceglie autonomamente le storie da scrivere. Questo breve romanzo è stato pensato due anni fa in pieno lock down, quando tutti eravamo chiusi in casa spaventati ed emotivamente suscettibili. Sono stati giorni di attesa, la riflessione è stata favorita dall’isolamento e le fragilità sono emerse, in alcuni casi implose, così come i ricordi più belli o dolorosi. Sono state tante le domande che ci siamo posti e le questioni esistenziali sono tornate centrali. Rammento un momento preciso in cui guardandomi allo specchio ho avuto la sensazione di percepire l’immagine del mio viso frammentata. Non mi riconoscevo più”.
E allora ripeto la domanda: come mai dovendo trattare questioni tanto complesse hai scelto come protagonista una ragazza adolescente?
“Perché l’adolescenza è per eccellenza il periodo del cambiamento, dove si mettono in discussione tutte le certezze acquisite. Pensando ad una protagonista del mio romanzo non ho avuto dubbi: Carola si è presentata alla mia fantasia con tutte le sue particolarità e non se ne è più andata”.
Allora parlaci di lei e di questo titolo: “Il mio nome è Carola”.
“Carola è una ragazza di 16 anni che frequenta il liceo artistico, ha una immagine ben precisa di sé stessa, si rende conto di essere anticonvenzionale ed è fiera di esserlo. Ama scrivere e disegnare e da grande vorrebbe realizzarsi in questo campo, la sua fantasia è sviluppata e spesso in essa si perde. Trova divertimento nella solitudine, nelle chiacchiere con le centraliniste e nell’ascoltare il pettegolezzo delle signore più anziane. Carola ha la fortuna di essere cresciuta in una famiglia felice, ma un giorno la sua bolla di protezione scoppia a causa di un evento traumatico e improvviso, la sua immagine si infrange e la giovane entra in crisi”.
Cosa c’entra il nome? Perché viene sottolineato nel titolo e ripreso nel primo capitolo?
“Perché dovendosi ricostruire, la giovane parte proprio dal suo nome: Carola è un nome classico che sua madre, da sempre attaccata alla tradizione, ha voluto darle. Questo ha creato nella ragazza fin da subito la consapevolezza e l’accettazione della propria diversità. Nei primi capitoli racconta di come il suo nome sia stato fondamentale già dall’infanzia nelle relazioni amicali. E quello che le resta, dopo essersi spogliata di tutte le sue sicurezze, è appunto un nome a cui restituire una nuova identità”.
Stiamo quindi parlando di un romanzo di formazione per ragazzi dagli 11 ai 16 anni. Uno dei temi centrali però è il superamento di un lutto, non sarà troppo presto a questa età parlare di morte?
“Io sono stata cresciuta in una famiglia in cui fin da bambini si andava a “salutare il morto”: c’era grande rispetto per chi veniva a mancare e per le famiglie dei defunti. La sofferenza oggi spesso viene scansata, quasi cancellata ma i giorni del covid, l’hanno riportata al centro dei nostri pensieri. I giovani rappresentano la vitalità, la speranza, ma per diventare grandi devono sperimentare il distacco, in primis dalla fanciullezza, e poi dalle figure genitoriali. Carola di fronte alla morte si trova completamente disorientata, non sa come reagire e alla fine troverà comunque un modo tutto suo, come sempre”.
Cara Patrizia, a cosa stai lavorando in questo periodo, ci sono novità in vista?
“Ho ripreso a scrivere il terzo episodio del “giallo fermano” che ha come protagonista l’investigatore Romeo Falco. Sto procedendo con molta lentezza e conto di terminarlo entro l’estate. Gli impegni in questo ultimo periodo sono molti grazie anche alla nuova collaborazione con l’agenzia editoriale PSEdit. È una nuova esperienza che mi da molte soddisfazioni, lavorare su un testo dalla sua nascita fino alla promozione è veramente stimolante. Ho sempre pensato che un libro fosse un punto di incontro, e il lavoro di questi ultimi mesi ha solo confermato questa mia ipotesi. Tutto si costruisce intorno alla parola, dalla comunicazione più banale ai testi dottrinali e ogni volta che entro in un testo, sia da lettrice che da scrittrice, mi sento totalmente a mio agio e felice. A tal proposito vorrei ringraziare la mia famiglia che mi supporta in ogni mio progetto e in questo caso la casa editrice Giaconi che ha avuto fiducia in me e in Carola”.
Per concludere, nel ringraziarla della sua particolare disponibilità a “farsi conoscere” tramite queste belle interviste che ci concede sempre con grande simpatia, sincerità e modestia, vogliamo ricordare che, per i suoi scritti, Patrizia è stata meritevole della “Menzione Speciale per la Poesia Inedita” nella seconda edizione del Premio Kalos 2021 organizzata dall’associazione Irdidestinazionearte (presidente il professor Massimo Pasqualone, noto critico letterario e d’arte abruzzese) e del “Premio Internazionale Irdidestinazionearte per la comunicazione della cultura, dell’arte e della letteratura” (sempre nel 2021) quale autrice del romanzo “Il colpevole è il koala” (La Ruota edizioni)!
Complimenti Patrizia ed alla prossima!
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