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Colombia: rapporto Onu, diminuiscono alcuni indicatori di violenza ma aumentano massacri e attacchi alla popolazione civile

Il rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in Colombia, nell’ambito dell’attuale processo di pace, reso noto ieri, rileva che nel 2023 c’è stata “una diminuzione di alcuni indicatori di violenza”. Tuttavia, “la continua espansione territoriale e le violente strategie di controllo sociale e territoriale da parte di gruppi armati non statali e organizzazioni criminali contro la popolazione civile continuano a minacciare la sopravvivenza fisica e culturale di diversi popoli e processi organizzativi storici”. L’Ufficio ha ricevuto 123 denunce di possibili massacri nel 2023. Di queste, 98 sono state verificate e 25 sono state considerate inconcludenti.
Secondo il rapporto, c’è stato un aumento del 6,5% rispetto ai massacri accertati nel 2022, che hanno registrato 320 vittime (242 uomini, 46 donne, 25 bambini e 7 bambine). Del totale delle vittime, 18 appartenevano a gruppi etnici (15 indigeni e 3 afro-discendenti). I dipartimenti più colpiti sono stati Antioquia, Atlántico, Cauca, Magdalena, Nariño e Valle del Cauca. Nel 93% dei massacri accertati, i presunti autori erano gruppi armati non statali e organizzazioni criminali.
Nel 2023, circa 62.967 persone sono state sfollate e 87.646 confinate. Queste cifre rappresentano una diminuzione del 22,9% degli sfollati e del 14,3% dei confinati rispetto ai dati del 2022. Circa il 55% degli sfollati e il 79% dei confinati nel 2023 appartengono a popolazioni etniche. Inoltre, nel 2023 sono stati uccisi 48 ex membri delle Farc, il gruppo guerrigliero smobilitato dopo l’accordo di pace del 2016. Questo dato rappresenta una diminuzione del 5,9% rispetto al 2022. Dalla firma dell’Accordo di pace, sono stati uccisi 408 ex membri delle FARC-EP, tra cui 11 donne. L’Ufficio ha ricevuto 100 denunce di violenza di genere nell’ambito del conflitto armato, compresa la violenza sessuale, e ha documentato alcuni casi di traffico a scopo di sfruttamento sessuale di ragazze da parte di gruppi armati non statali, che sarebbero state trasportate nei loro accampamenti per essere sfruttate sessualmente dai loro membri in Chocó e Nariño.
Inoltre, l’Ufficio dell’Alto Commissario ha continuato a documentare femminicidi, violenze sessuali e trattamenti crudeli, disumani e degradanti da parte di gruppi armati non statali nei confronti di donne accusate di essere partner di membri di gruppi rivali o di membri delle forze di sicurezza. Ha inoltre appreso di situazioni di minacce, sfollamento o violenza contro persone Lgbtq+ a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani dei minori, l’Ufficio ha verificato 134 casi di reclutamento, utilizzo o impiego di bambini nel conflitto armato da parte di gruppi armati non statali e organizzazioni criminali (86 ragazzi, 42 ragazze, 6 senza conferma del genere). Nonostante la diminuzione del 9,5% delle uccisioni accertate di difensori dei diritti umani rispetto al 2022, “la violenza contro i difensori è rimasta intollerabile”. L’Ufficio ha ricevuto 233 denunce di uccisioni di difensori dei diritti umani. In 105 casi è stato accertato un legame tra la morte dei difensori e il loro lavoro in difesa dei diritti fondamentali.