Marco Pastonesi
Non sono tanto i salti e gli avvitamenti, le spaccate e le verticali. Non sono tanto i barracuda e i fenicotteri, i nomi di certe particolari figure artistiche. Non sono neanche i sincronismi e i sorrisi, obbligatori e indispensabili, sempre decisivi. C’è qualcosa in più, non richiesto dai regolamenti e non dettato dai tecnici. Lo sguardo. Gli sguardi. Gli occhi di lei e gli occhi di lui. Che s’illuminano, che brillano, che scintillano sull’acqua. Che si cercano, che si specchiano, che rimbalzano sulla schiuma. E che regalano un’emozione profonda, forte, commovente. Difficile resistere alle lacrime. Che bellezza.
Destini incrociati. Gli occhi di lei, Arianna Sacripante. E gli occhi di lui, Giorgio Minisini. Nuoto artistico. Danzano, ruotano, vibrano. Galleggiano, si tuffano, riemergono. Finché si guardano. Attimi fuggenti e liquidi. Arianna è romana, ha trentuno anni, ha la sindrome di Down. Anche Giorgio è romano, poi è cresciuto a Ladispoli, ha ventotto anni, è un poliziotto. Nuotano fin da piccolissimi, Giorgio nato in piscina – si fa per dire –: la mamma atleta di nuoto sincronizzato, allora si chiamava così, il padre che per avere una scusa, un’occasione, un destino e frequentarla divenne giudice di nuoto sincronizzato, allora continuava a chiamarsi così.
E qui s’incrociarono anche i destini di Arianna e Giorgio:
perché il nuoto sincronizzato o artistico per Arianna era legittimo, a esaltare la sua femminilità; per Giorgio no, finché era un bambino lo guardavano con un affettuoso sorriso, ma da adolescente – racconta lui – erano diventati sorrisetti, e poi parole pronunciate sghembe, viscide, alle spalle. Gay, per dirla con eleganza. Frocio, per dirla fra virgolette. Sessismo, bullismo. Pregiudizi, preconcetti. Che fosse vero o che non fosse vero. Non era vero. Ma che importa. Ma come può importare. Ancora quando la disciplina si è aperta agli uomini e Giorgio Minisini ha conquistato titoli italiani, europei e mondiali, e lotterà anche per quelli olimpici di Parigi 2024.
Occhi che s’illuminano. Arianna e Giorgio hanno cominciato a nuotare insieme, l’uno per l’altra, l’una per l’altro, nel 2018, grazie al progetto Filippide, attività per soggetti affetti da conclamata sindrome autistica o da malattie rare correlate con l’autismo. E già nel 2018 si sono esibiti al Para Syncronized Swimming Festival di Kyoto, in Giappone, la musica era quella di Volare. Nel 2019 il loro palcoscenico è diventato la piscina delle Fina Artistic Swimming World Series, in Cina, sulle note di La donna cannone. E poi quella magica danza acquatica agli europei di nuoto di Roma nel 2022, ad accompagnarli non poteva essere che Imagine. “Nuotiamo insieme molto meno di quanto vorrei – dice Minisini –. Molto per i miei impegni, un po’ anche per i suoi. Ma quando riusciamo a trovarci, è una vera gioia. I suoi occhi s’illuminano, e illuminano anche me. Arianna brilla di felicità ed è la sua felicità a farmi sentire campione del mondo. Quello è il momento in cui mi sembra che le mie vittorie contino veramente”.
In acqua… da 22 anni. Forse non c’è giorno in cui Giorgio non si sottoponga a un esame di coscienza: “Nuoto da 22 anni. Mi alleno dalle 8 di mattina alle 8 di sera, con 2 ore di intervallo, l’80 per cento in acqua, il resto in palestra, sei giorni su sette, la domenica è libera. Mi sveglio alle 6 e un quarto, spengo la luce alle 22. Non mi annoio, non ho il tempo per annoiarmi, per la varietà negli allenamenti, per la passione per il nuoto artistico. E me lo domando spesso: è giusto così? Perché non è mai pena, ma piacere, non è mai sacrificio, semmai rinunce, non è mai obbligo, ma volontà. Però lo sport non è, non può essere, non deve essere tutto. Cerco, nel mio piccolo, e nel piccolo spazio che mi rimane, di farlo. Intanto, cerco di fare bene, benissimo, meglio che posso quello che so fare. Un esercizio eseguito come si deve, cercando di raggiungere un’irraggiungibile perfezione, regala una bellezza, e la bellezza migliora i modi, le maniere, lo spettacolo, l’arte, insomma contribuisce a migliorare il mondo”.
L’oro di tutti luccica di più. Minisini sostiene che il nuoto artistico sia “testa all’80% e corpo al 20, talento al 5%, il resto è allenamento”. Spiega: “ci sarà sempre qualcuno che potrebbe allenarsi di più, o che potrebbe allenarsi meglio, e che potrebbe diventare più bravo. Per preparare un nuovo esercizio ci metto un anno. E lo faccio, e lo rifaccio, e lo rivedo, e lo ripeto, migliaia di volte.
In acqua, in palestra, nella testa, nei sogni.
L’allenamento è spesso gioia, la gara è tensione, pressione, responsabilità. L’oro è la liberazione da un senso di colpa. La colpa di non essermelo meritato veramente fino in fondo. Tant’è che mi godo più l’oro nelle competizioni di squadra che non in quelle individuali. Vedo la medaglia intorno al collo delle mie compagne, e solo allora mi accorgo di quanto brilli, di quanto pesi. L’oro luccica di più quando è l’oro di tutti”. E anche, e soprattutto, quando non conta più neanche l’oro. Quando Giorgio nuota con Arianna.
Scheda
Giorgio Minisini (Roma, 9 marzo 1996) ha iniziato a praticare il nuoto sincronizzato sin da piccolo. La sua prima medaglia d’oro l’ha vinta nel 2017 ai Campionati mondiali nel duo misto in coppia con Manila Flamini. Nel 2022 agli europei di Roma sono ben quattro le medaglie d’oro vinte: per il solo tecnico, per il libero in coppia con Lucrezia Ruggiero, per l’esercizio libero nel singolo maschile e per il duo misto tecnico. In questa occasione ha presentato uno spettacolo A plastic sea, per richiamare l’attenzione sulla salute e il futuro del Pianeta e sugli ecosistemi marini. È di pochi giorni fa l’ultimo oro che ha vinto ai Mondiali di Doha nel solo libero. Oltre che su tematiche riguardanti l’ambiente è da sempre impegnato anche sull’inclusione. Nel 2017 ha ricevuto il Premio Cild (Coalizione italiana libertà e diritti civili) per le libertà civili. Due anni fa con Arianna Sacripante, atleta paralimpica, si è esibito al Foro Italico, nel nuoto sincronizzato sulle note di Imagine. Il loro spettacolo ha emozionato il pubblico. Arianna si diverte durante gli allenamenti con Giorgio. Giorgio da parte sua si augura di poter partecipare con lei a un’Olimpiade inclusiva