Il segretario generale di Caritas di Gerusalemme, Anton Asfar, ha incontrato ieri Caritas italiana per fare il punto della situazione rispetto all’impegno in Terra Santa. Caritas italiana ha assicurato il suo sostegno tecnico e finanziario agli operatori di Caritas Gerusalemme che ormai da cinque mesi assistono la popolazione sia a Gaza City sia a Rafah e Khan Yunis.
“Caritas Gerusalemme è una delle tre organizzazioni umanitarie ancora attive nel Nord della Striscia di Gaza”, ha raccontato Anton Asfar. “Fino ad oggi, nonostante le enormi difficoltà e i lutti che abbiamo subito, siamo riusciti a fornire l’assistenza di base alle 830 persone accolte nelle due parrocchie di Gaza City, ma a breve finiremo le scorte e senza un cessate il fuoco non ci sarà più da mangiare, è una situazione gravissima”. Alla riunione erano presenti don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, e gli operatori del servizio Medio Oriente. Nell’incontro si è discusso della situazione umanitaria in Terra Santa in seguito al conflitto in corso e degli interventi della rete Caritas in favore della popolazione di Gaza e della Cisgiordania. A Gaza in questa fase l’aiuto è concentrato nell’assistenza medica e psicologica (soprattutto ai bambini) e nella distribuzione di generi di prima necessità, attraverso i centri operativi Caritas allestiti a Gaza City e a Rafah. Proprio oggi sono riprese le attività di animazione e riabilitazione psicologica per bambini, dopo l’interruzione dovuta all’epidemia di Epatite B. Nel corso della riunione si è ipotizzato anche un piano di interventi di lungo periodo, che oltre all’assistenza umanitaria dovrà garantire un percorso di riabilitazione economica e sociale, sia a Gaza che in Cisgiordania, senza dimenticare le situazioni di marginalità in Israele. Si lavora anche a un piano di interventi di pace e riconciliazione tra la popolazione israeliana e palestinese, entrambe vittime da troppo tempo di una violenza che non ammette giustificazioni. “È stato ribadito il desiderio di camminare insieme nella preghiera e la volontà di sostenere i progetti di assistenza e di riconciliazione promossi dalla Caritas di Gerusalemme”, si legge in una nota di Caritas italiana.
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