“Proseguire sulla strada dello sradicamento della piaga degli abusi in tutti gli ambiti della società”.

E’ l’auspicio espresso dal Papa, nel messaggio inviato al terzo Congresso latinoamericano su “Vulnerabilità e abuso”. “Dio ci chiama ad un cambio di mentalità assoluto nella nostra concezione delle relazioni, privilegiando il minore, il povero, il servitore, l’ignorante, invece che il maggiore, il ricco, il letterato”, scrive Francesco nel messaggio in spagnolo: “Vedere la propria debolezza come una scusa per non riuscire ad essere persone capaci e cristiani interi, incapaci di assumere il controllo del suo destino, creerebbe persone infantili, risentite, e in nessuno modo rappresenta la piccolezza a cui Gesù ci invita”, il monito. Al contrario, “la fortezza di chi, come San Paolo, si gloria della sua debolezza e confida nella grazia del Signore è un dono che dobbiamo chiedere per andare incontro agli ultimi. Con essa, potremo affrontare le contraddizioni della vita e dare un contributo al bene comune nella vocazione alla quale siamo stati chiamati”. “Umanizzare le relazioni in qualunque società, anche nella Chiesa, presuppone lavorare con impegno per formare persone mature, coerenti che, ferme nella loro fede e nei loro principi etici, siano capaci di affrontare il male, dando testimonianza della verità con la maiuscola”, conclude il Papa, secondo il quale “una società che non è basata su questi presupposti di integrità morale sarà una società malata”.

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