Per vivere bene in società, nel rispetto uno dell’altro, con lo spirito solidale e fraterno ci vuole una coscienza civica.
Ma come si forma in ognuno di noi la coscienza civica?
La coscienza civica, come la vocazione sociale, si forma fin dall’infanzia, con lo stimolo educativo e con l’esempio dei genitori, si sviluppa con una adeguata formazione scolastica, fino ad arrivare a perfezionarsi in età adulta. La coscienza civica si affina con l’apporto delle esperienze che si vivono e con gli incontri che si realizzano. Quindi, un po’ alla volta si diviene cittadini completi che non si limitano al benessere personale ma si guardano intorno e partecipano al bene comune.
Verso il bene comune è proiettato anche Attilio Ascani, responsabile dei progetti in Etiopia e Tanzania, della “Comunità Volontari per il Mondo” (CVM) – organizzazione che svolge progetti di cooperazione internazionale e di riconoscimento dei diritti umani in Africa, mentre in Italia è impegnata “nell’Educazione alla Cittadinanza Mondiale” e nella formazione di docenti ed educatori.

Come e quando è iniziata la sua adesione al Centro Volontari per il Mondo?
Avevo vent’anni quando sono partito per la prima volta per l’Etiopia; sono stato uno dei primi volontari del CVM. Una volta lì, mi sono guardato intorno e ho pensato che potessi fare qualcosa per delle popolazioni tanto affascinanti quanto bisognose di aiuto, e ho deciso allora che sarebbe stato il mio impegno definitivo. Sono tornato, con molto entusiasmo, insieme a Marian, mia moglie, e siamo rimasti per una decina d’anni a seguire progetti che avrebbero portato l’acqua a molti abitanti etiopi. In questo intervallo di tempo la mia famiglia è cresciuta; io e Marian abbiamo avuto tre figli e siamo rientrati in Italia dopo la morte di mia sorella per dare il giusto supporto alla mia famiglia. Nel tempo ho fatto “avanti e indietro” dall’Italia all’Etiopia. Tuttavia, la mia attività non si limita all’Africa; sono ormai quarantatré anni che seguo diversi progetti sociali per il CVM in Africa e in Italia.

A proposito dei progetti sociali, il 5 marzo 2024 alla sede del CVM di Porto San Giorgio c’è stata una conferenza stampa dal titolo “Dalle Marche all’Etiopia, vicino ai bambini di strada”. Quale è stato l’obiettivo dell’incontro?
Lo scopo dell’appuntamento è stato quello di sensibilizzare i marchigiani sulle problematiche dell’Etiopia. Sono da poco tornato da lì e ho voluto dare conto dei tanti progetti che CVM porta avanti, anche a beneficio dei ragazzi di strada della zona nord dell’Etiopia chiamata Amara, dove da tempo si combatte una guerra civile che affligge la popolazione. Nel contesto della guerriglia, le strade sono pericolose, il cibo manca e la situazione già grave dei bambini di strada è ulteriormente peggiorata. Noi seguiamo, in quattro città della regione, più di duecento bambini.

Come avete organizzato il lavoro per il sostegno dei bambini? Avete creato qualche tipo di strutture di accoglienza?
In realtà noi lavoriamo in stretto contatto con la comunità locale, senza creare orfanotrofi in quanto costosi e difficili da gestire. Abbiamo messo insieme dei comitati, coinvolgendo varie figure professionali del posto, necessarie alla gestione di questi ragazzi come, assistenti sociali, poliziotti, educatori. Per i ragazzi che dormono in strada abbiamo offerto contributi per alloggi, con stanze destinate a piccoli gruppi. Abbiamo provveduto anche al loro sviluppo psicofisico e sociale, creando opportunità di attività fisica e ludica. Ci siamo interessati altresì alla loro scolarizzazione e formazione professionale, per metterli in condizione di costruirsi un futuro lavorativo.

Avete il supporto dello stato Etiope e di altri organismi, nel portare avanti i vostri progetti a favore dei bambini e ragazzi di strada?
Si, lavoriamo insieme alle amministrazioni locali e con due associazioni; una si chiama Bruh Tesfa ed è composta da ex ragazzi di strada, seguiti dal CVM vent’anni fa; ragazzi che hanno ripreso un percorso di vita, imparando un mestiere o laureandosi. Questi giovani, cresciuti, hanno capito il valore della “prossimità” e hanno formato un’associazione per supportare, a loro volta, altri ragazzi bisognosi. È una concreta “risposta-controllo”, di esito positivo al nostro lavoro. Una seconda associazione, che si chiama Muday, con la quale collaboriamo e alla quale offriamo un accompagnamento, è formata da circa 120 ragazzi minori, nati sieropositivi.

Ci sono tanti bambini sieropositivi in Etiopia?
Non più di altre zone dell’Africa, ma comunque ci sono. Per mancanza di trattamenti, le mamme sieropositive hanno trasmesso alla nascita il virus ai loro bambini diventati anche loro sieropositivi.

Quindi, questi bambini, oltre ai problemi socioeconomici, portano il “fardello” di una grave malattia.
Cosa ci può dire delle adozioni internazionali in Etiopia? Ho notizie della loro sospensione. Ma questo fatto non impedisce una sistemazione migliore a dei ragazzi bisognosi? A Grottammare abbiamo un’esperienza di adozione positiva. Ragazzi amati dai genitori e dall’intera comunità, quindi l’adozione potrebbe essere una risposta positiva.
Lo stato ha chiuso la possibilità di adozioni internazionali. Non conosco di preciso le motivazioni ma si presume che lo stato, con tale azione, non voglia presentarsi al mondo come indigente; oppure, che abbia deciso di formare i ragazzi nella propria cultura. O ancora, abbiano avuto dal monitoraggio sui ragazzi adottati esiti negativi; mi riferisco alla loro reazione all’ambiente, alla scuola, alle varie situazioni che vivono. L’esempio di Grottammare è importante. È importante anche come la comunità accoglie al suo interno questi bambini; il fatto di non farli sentire diversi è fondamentale per la loro crescita.

Ritornando ai “bambini di strada” dell’Etiopia; oltre ai problemi economici, a volte di salute, quali altre situazioni di disagio vivono?
Abbiamo notato che i ragazzi di strada, che hanno anche un solo riferimento famigliare, una nonna, uno zio, ecc. anche se mancano di mezzi economici, beneficiano in qualche modo di un’educazione. Anche se di giorno passano il tempo in strada, la notte tornano da questo parente, mentre coloro senza nessun riferimento familiare tendono a “perdersi”; alcuni sniffano colla, considerata la “droga dei poveri” assai deleteria per la loro salute. Con loro c’è da fare un lavoro ancora più impegnativo, di tipo psicologico, prima di inserirli in un percorso educativo-formativo.

La guerra civile in Etiopia, tra ribelli Amhara ed esercito federale, impedisce il normale svolgimento delle attività di tutta la popolazione e anche del CVM. Noi abbiamo un centro ad Addis Abeba, la capitale, e coordiniamo a distanza, lasciando la gestione ai collaboratori etiopi, che si dimostrano responsabili e partecipativi. Gli effetti della guerra si ripercuotono sulla popolazione. Manca il cibo e l’essenziale per vivere. Per esempio, il costo della farina locale chiamata “teff” è raddoppiato in questa Regione e, in queste condizioni è difficile andare avanti.
Cosa possono fare le persone della Diocesi di San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto delle Marche, per aiutare le popolazioni Etiope?
Noi, CVM, in vista del periodo Pasquale, abbiamo preparato una campagna di sostegno dei bambini di strada che consiste nella promozione di uova di Pasqua sul territorio.

Il ricavato andrà a supportare i progetti di accompagnamento di questi ragazzi. Ci saranno in vari posti banchetti con delle uova di Pasqua; le stesse si potranno comprare anche online o telefonando. Ci sono varie possibilità per contribuire alla campagna di Pasqua. Le persone, telefonando oppure entrando nel sito internet del CVM, possono avere tutte le indicazioni su come contribuire.
Vivere la Pasqua praticando la solidarietà ci permette di essere buoni cristiani perché “una fede senza solidarietà è una fede morta”, dice papa Francesco, ma fare del bene ci qualifica come persone con una coscienza civica.

Contatti per la campagna – Pasqua solidale   
https://cvm.an.it/
https://cvm.an.it/pasqua-solidale/
Telefono 0734-674832 – 3809037767

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *