“Il capitolo sull’agire virtuoso, in questi nostri tempi drammatici nei quali facciamo spesso i conti con il peggio dell’umano, dovrebbe essere riscoperto e praticato da tutti”.
Lo scrive il Papa, nel testo preparato per la catechesi dell’udienza di ieri in piazza San Pietro e letto da don Pierluigi Giroli, a causa del perdurare del raffreddore, come ha spiegato lo stesso Francesco ai fedeli. “In un mondo deformato dobbiamo fare memoria della forma con cui siamo stati plasmati, dell’immagine di Dio che in noi è impressa per sempre”, il monito del Papa, che cita la definizione del concetto di virtù secondo il Catechismo della Chiesa cattolica: “La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene”. “Non è dunque un bene improvvisato e un po’ casuale, che piove dal cielo in maniera episodica”, puntualizza Francesco: “La storia ci dice che anche i criminali, in un momento di lucidità, hanno compiuto atti buoni; certamente questi atti sono scritti nel libro di Dio, ma la virtù è un’altra cosa. È un bene che nasce da una lenta maturazione della persona, fino a diventare una sua caratteristica interiore. La virtù è un habitus della libertà. Se siamo liberi in ogni atto, e ogni volta siamo chiamati a scegliere tra bene e male, la virtù è ciò che ci permette di avere una consuetudine verso la scelta giusta”. “Per il cristiano il primo aiuto è la grazia di Dio”, il segreto per una vita virtuosa: “Sempre la grazia precede il nostro impegno morale”. “L’essere umano non è libero territorio di conquista di piaceri, di emozioni, di istinti, di passioni, senza poter fare nulla contro queste forze, a volte caotiche, che lo abitano”, precisa il Papa: “Un dono inestimabile che possediamo è l’apertura mentale, è la saggezza che sa imparare dagli errori per indirizzare bene la vita. Poi ci vuole la buona volontà: la capacità di scegliere il bene, di plasmare noi stessi con l’esercizio ascetico, rifuggendo gli eccessi”.