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San Benedetto, Film “Neve” di Simone Riccioni, la nostra recensione

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un film in cui sono protagoniste le persone e le relazioni che esse instaurano tra loro. La genitorialità, l’adolescenza, il bullismo, la perdita, l’insuccesso professionale, le passioni, i sogni, la diversità – tutti temi affrontati nel lungometraggio – sono solo pretesti per raccontare il vero tema centrale dell’opera cinematografica: la conversione. E non intendo quella verso la vita spirituale, come potrebbe essere per una suora o un prete. Intendo nel senso etimologico del termine, il cambiare direzione o strada, il portarsi dall’uno all’altro luogo, il volgersi verso qualcuno o qualcosa.

Il film “Neve”, scritto e diretto dall’attore Simone Riccioni al suo debutto come regista, parla proprio di questo, del cambiamento a cui i due protagonisti sono costretti, della risposta che essi danno alle sollecitazioni della vita e della loro conversione verso la felicità.

Interpretato dallo stesso Riccioni, il film vanta la partecipazione anche dei celebri Simone Montedoro (il capitano Tommasi nella serie televisiva “Don Matteo”) e Margherita Tiesi (protagonista di serie tv come “A un passo dal cielo” e “Il paradiso delle Signore”), insieme ad Alessandro Sanguigni e al giovanissimo talento Azzurra Lo Pipero.

Prodotto da Linfa, Nvp Studios e Muvlab, “Neve” è stato girato nelle Marche, patria del regista, e celebra anche la bellezza della regione, facendo scoprire importanti luoghi di attrazione marchigiani, come ad esempio le Cascatelle di Sarnano che campeggiano nella scena iniziale del film.

L’opera, che ha ricevuto il Patrocinio della Polizia di Stato, è stata realizzata con il contributo economico della Banca di Ripatransone e del Fermano, l’ultracentenario istituto di credito cooperativo da molti anni impegnato a sostegno della cultura e dell’arte e sensibile a tematiche sociali come l’inclusione e il rispetto dell’ambiente.

“Neve” non è solo il titolo del film, ma anche il nome della protagonista, una ragazzina di dieci anni che, seppur messa a dura prova dagli eventi della vita, è un inno alla resilienza e alla voglia di vivere. Piccola ma forte, alla ricerca del suo posto nel mondo, tenta di costruire la sua identità con fatica, ma anche con coraggio. Intorno a lei alcuni luoghi a cui non sente di appartenere pienamente: la scuola, un posto a volte ostile, in cui chiunque non sembri all’altezza degli standard fisici o economici o intellettivi, viene isolato e preso in giro; una scuola di teatro, in cui i soggetti che la animano sembrano ai suoi occhi dei perdenti, a partire dagli allievi poco preparati e poco motivati fino a giungere al brillante attore trentacinquenne Leonardo, che seppur affascinante e sicuro di sé, affronta un declino nella sua carriera teatrale; la casa, che da un certo momento in poi non sarà più il suo nido di riferimento, bensì solo il ricordo di tempi migliori. Sebbene tutto sembri volgere al peggio, gli eventi, narrati non cronologicamente, bensì posti su piani temporali che si intersecano tra passato e presente, troveranno comunque una loro ragione d’essere e anche una relazione che sembra superficiale e priva di significato, come quella tra Leonardo e Azzurra, diverrà un legame talmente profondo che darà ad entrambi l’impulso per uscire dal dolore e dall’individualismo che li attanaglia, per cambiare vita e scoprire una grande forza interiore che li condurrà alla felicità.

Piacevole, intenso ma leggero, profondo ma delicato, questo film incanta, proprio come la neve. È un inno alla vita e all’amore. Un invito implicito a riconoscere il valore di sé e di ogni individuo, anche nella diversità. Un invito ad accogliere eventi e persone, ad accorgersi della bellezza della vita, della natura e dei sentimenti. Un invito a costruire legami e a raggiungere con coraggio la propria felicità.

 

Carletta Di Blasio: