SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta venerdì 15 Marzo a San Benedetto del Tronto, l’iniziativa del SOS Missionario dal titolo “Piantiamo alberi, piantiamo speranza”. Il vicepresidente della ONG di ispirazione cristiana che il prossimo Ottobre compirà sessant’anni dalla sua fondazione, Pierluigi Addarii, ha piantato due alberi in due aree verdi della città, in ricordo di due importanti opere finanziate nei Paesi del Sud del Mondo: un Centro di Formazione e Riabilitazione a beneficio di persone con disabilità in Vietnam ed un Centro Sociale Polivalente utilizzato anche per celebrare la Messa in Ecuador.

Presenti alla cerimonia, oltre ad alcuni rappresentanti del SOS Missionario, anche Tonino Capriotti, vicesindaco del Comune rivierasco ed assessore con delega alle Politiche Ambientali, ai Parchi e Giardini e al Decoro Urbano, e Franco Veccia, direttore della Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.

“Nell’ambito del progetto “Trees to hope and to act” – afferma il vicepresidente Addarii – abbiamo voluto lanciare un messaggio di speranza nel solco tracciato da Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’. Per ogni opera realizzata nei Paesi del Sud del mondo, ci siamo impegnati a piantare due alberi, uno nel paese in cui è stata attuata e uno in Italia. Per tale ragione oggi abbiamo piantato due alberi nel cuore della nostra Diocesi, per celebrare il completamento di due grandi progetti che si sono concretizzati in Ecuador e in Vietnam. Nei giorni scorsi avevamo già compiuto lo stesso gesto sia nel Paese sud-americano sia in quello asiatico”.

Due le aree individuate dall’Amministrazione Comunale per la piantumazione dei due casuarine, alberi sempreverdi dalle foglie aghiformi che producono frutti simili alle pigne e che possono raggiungere un’altezza di 35 metri: l’area verde di fronte alla Scuola Bice Piacentini, tra via Asiago e via Piemonte, e il parco Wojtyla, in viale De Gasperi, di fronte al Liceo Classico Leopardi.

“Ad ogni albero – prosegue Addarii – è affisso un cartello che riporta il nome del progetto. Nell’area verde davanti alla Scuola Piacentini l’albero piantato ricorda l’opera realizzata nella Parrocchia San Giovanni Apostolo a Portoviejo in Ecuador, dove abbiamo da pochi mesi inaugurato un Centro Polivalente intitolato a padre Antonio Monieri, fondatore del SOS Missionario, che stiamo utilizzando sia come chiesa sia come luogo per tutte le attività pastorali e sociali fondatore del SOS Missionario. L’albero piantato nel parco Wojtyla, invece, ricorda il progetto finanziato in Vietnam, nella città di Bac Ninh, con la mediazione della Caritas locale: si tratta di un Centro di Formazione e Riabilitazione a beneficio di persone con disabilità in situazione di forte vulnerabilità che viene gestito dalla Congregazione delle Suore della Signora dell’Unità. La piantumazione degli alberi sia qui in Italia sia nei Paesi interessati dai nostri progetti è un segno per creare un legame ideale tra la nostra comunità e le due comunità ecuadoriana e vietnamita, per dare visibilità al ponte che stiamo costruendo tra i Paesi Occidentali e i Paesi del Sud del Mondo che presentano numerose difficoltà di cui cerchiamo, a piccoli passi, di farci carico”.

“Il logo presente sui cartelli “Trees to hope ed to act” – conclude il vicepresidente Addarii – è stato graficamente ideato in linea con il messaggio di Papa Francesco, il quale afferma: ‘Piantare un albero ci invita a continuare ad avere fiducia, a sperare e soprattutto ad impegnarci concretamente per trasformare tutte le situazioni di ingiustizia e di degrado che oggi soffriamo’. In un mondo che sembra andare in pezzi, vogliamo piantare alberi come Speranza verso il futuro. Speranza di una vita migliore per i beneficiari dei nostri progetti e Speranza di un pianeta più vivibile per tutti gli esseri viventi“.

Soddisfatto anche il vicesindaco Tonino Capriotti, il quale ha affermato: “Quando si pianta un albero, si pensa al futuro, dunque ai nostri figli e ai nostri nipoti. È quindi sempre un piacere e un bene per la comunità”.

 

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