SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta ieri, 18 Marzo, alle ore 10:30, presso la Cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto, la Celebrazione del Precetto Pasquale Interforze, tradizionale appuntamento liturgico dedicato al personale delle Forze Armate, delle Forze dell’Ordine e degli altri Corpi, armati e non, dello Stato.
La Santa Messa, presieduta dal vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani, è stata concelebrata dal vicario generale della Diocesi, don Patrizio Spina, e dal cappellano militare collaboratore della Capitaneria di Porto di San Benedetto, don Nicola Spinozzi.
Presenti Alessandra Di Maglio, Comandante della Capitaneria di Porto di san Benedetto del Tronto, Lucrezia Ceccarelli, Comandante della Sezione Operativa Volante della Compagnia di Guardia di Finanza della città rivierasca, Francesco Tessitore, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto, Andrea Crucianelli, Commissario della Polizia di Stato di San Benedetto del Tronto, Angelo Picone, Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto San Giorgio, Pietro D’angelo, Comandante della Polizia Locale, vari comandanti delle Stazioni dei Carabinieri dislocate sul territorio della Diocesi e a numerose associazioni combattentistiche e di armi.
All’inizio della sua omelia, il vescovo ha salutato tutte le Forze presenti: “È bello trovarsi insieme, voi tutti a servizio della comunità, Guardia di Finanza, Carabinieri, Marinai, Polizia di Stato, Polizia Urbana, Carabinieri in pensione, ecc., tutti insieme per vivere un momento di preghiera e per ascoltare quello che il Signore ha da dire a ciascuno di noi per guidarci verso una vita più buona, più bella, per condurci verso la nostra conversazione”.
Mons. Bresciani poi, prendendo spunto dalle Letture della Liturgia del giorno, ha proseguito la sua riflessione sottolineando come vanno affrontate le fragilità delle persone, soprattutto da parte di chi svolge un compito a servizio della Comunità: “Oggi la Parola di Dio ci presenta da una parte due donne in una situazione di particolare fragilità: la prima, perché innocente ma accusata ingiustamente; la seconda, perché adultera colta in flagranza. Dall’altra parte invece abbiamo uomini pronti a scagliarsi contro questa fragilità: nel primo caso ci troviamo di fronte a degli uomini falsi che accusano la donna perché non ha voluto aderire al gruppo dei facinorosi; nel secondo caso abbiamo accusatori che vogliono sia mettere alla prova Gesù sia essere molto intransigenti con la donna. Qui ci sarebbe da chiederci anche come mai si parli dell’adultera e non si dica nulla dell’uomo che ha compiuto adulterio con lei. Ma questa sarebbe un’altra riflessione che ci potrebbe lontano da quello che interessa a noi oggi, ovvero l’atteggiamento che il profeta Daniele e il Signore Gesù hanno nei confronti di queste due donne: entrambi vanno incontro a queste donne e non le condannano. È il loro comportamento che noi siamo chiamati ad osservare e ad imitare“.
Il vescovo Bresciani allora ha calato ancora di più la Parola di Dio nell’ambito della vita lavorativa dei presenti: “Dopo aver ascoltato la parola del Signore, allora, siamo chiamati a chiederci: ‘Come affrontiamo le fragilità delle persone? Innocenti o colpevoli che siano?’ Prima di tutto non con la falsità, né di coloro che accusano ingiustamente né di coloro che con ipocrisia guardano ai peccati degli altri e non ai propri. Siamo chiamati ad uscire dalla falsità della vita, ad uscire dalla severità verso gli altri ma dall’indulgenza per se stessi. Poi, in secondo luogo, siamo chiamati a mostrare molta attenzione alla fragilità degli altri. Daniele, seppur giovane, usa fermezza ma allo stesso tempo anche delicatezza verso una persona che è innocente. Gesù fa un passo in più: ci insegna ad usare una certa delicatezza anche verso i colpevoli, perché anch’essi hanno una loro dignità. Anche voi avete a che fare con persone che hanno sbagliato, quindi anche voi nel vostro lavoro siete chiamati ad usare la stessa delicatezza, la stessa attenzione. Questo non significa negare la verità, bensì accogliere la dignità che c’è nel profondo di ciascuno; significa comprendere e far comprendere a chi ha sbagliato che anche nel fallimento non c’è fallimento della vita. Ecco l’invito alla conversione. Un invito carico di amore, non di condanna. Come ci viene ricordato nella Seconda Lettura, ‘Io non godo della morte del malvagio, ma quando si converte’. Ecco allora che la conversione assume un duplice significato: conversione non solo nel cambiare vita, ma anche nel modo di guardare all’altro. Facciamo come Gesù, che usa un occhio di verità e uno di benevolenza e dice: ‘Neanch’io ti condanno. Va e non peccare più’“.
Prima della benedizione finale, tutti i presenti, sull’attenti, hanno recitato la preghiera per la patria.
A seguire, terminata la Messa, il Capitano di Fregata Alessandra di Maglio, a nome di tutti i presenti, ha detto: “Voglio esprimere un sentito ringraziamento a Sua Eccellenza, il vescovo Bresciani, e ai sacerdoti che con lui hanno celebrato il Precetto Pasquale a favore delle Forze di Polizia e delle Forze Armate qui in Cattedrale. Un saluto va al vicesindaco del Comune di San Benedetto del Tronto Tonino Capriotti, alle altre autorità presenti, alle associazioni e un saluto anche a tutti i colleghi. Come il vescovo ci ha ricordato, il precetto pasquale è un periodo di preparazione, di preghiera insieme. Oggi il Vangelo era ricco di significato per noi che indossiamo una divisa. Sicuramente c’è da riflettere sulla fragilità dell’essere umano, sull’atteggiamento misericordioso che ha Gesù nei confronti di tutti noi e sulla necessità di convertirci. Con questi sentimenti torneremo nei nostri uffici e nelle nostre famiglie e cercheremo di vivere questo periodo di Quaresima e la Pasqua con il giusto atteggiamento. Grazie a tutti voi e auguri per le vostre festività”.