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Direttore Pompei: La Chiesa senza i Vescovi può esistere?

Di Pietro Pompei

DIOCESI – In questo periodo prosegue il tempo delle congetture, delle ricerche, dei rancori sopiti, delle obbedienze mal digerite, quasi che la Chiesa a livello universale o locale, in questo periodo di crisi generale, sia un’industria da salvaguardare.
Temendo tutto questo mi sono permesso di insinuare che non sempre, anche tra noi cristiani, si ha ben chiaro che cosa è la Chiesa, come Cristo l’ha costituita e quale azione compie su di Essa lo Spirito Santo. E mi chiedo: perché certi comportamenti, perché certi scoramenti. Occorre alimentarsi in tutti i sensi per non cadere in depressione e superare tanti dubbi.
In una società come la nostra in cui la contestazione è diventata un modus vivendi ; ci si arroga il diritto di intervenire su tutto e sparare giudizi potendo usufruire del condensato del sapere in tasca.

Cerco informazione sulla rivelazione delle verità da credere e come si sia effettuata nella storia. È avvenuto per mezzo dei Profeti, illuminati dallo Spirito di Dio. Gesù Cristo spiegò, confermò, compì quello che essi avevano detto e completò la donazione divina. Gli Apostoli ricevettero da lui il Sacro deposito della verità rivelata e, con l’assistenza dello Spirito Santo, lo annunciarono nelle varie parti del mondo, fondandovi le comunità cristiane, e lo trasmisero alla Chiesa che tutte le comprende.I destinatari del deposito erano i successori degli Apostoli, che a loro volta l’avrebbero trasmesso ai loro successori, e così di seguito, ininterrottamente fino ad oggi.
La garanzia, il controllo, la determinazione delle verità trasmesse appartenevano al magistero, che aveva ricevuto da Cristo stesso tale compito ( Mat. 10,27; 28, 19 -20; Marco 16,15) e per svolgerlo aveva l’assistenza infallibile dello Spirito Santo. Questa fu ed è ancora la missione magisteriale e profetica dei Pastori della Chiesa, i Vescovi , successori degli Apostoli e partecipi della qualità e dei poteri di Maestro e Profeta propri di Cristo. Tutto il corpo della Chiesa partecipa in qualche modo di quella qualità profetica, quasi allo stato diffuso; come intima vita di pensiero e comune possesso di luce. Ma i Pastori della Chiesa hanno in più il potere gerarchico di conservare, determinare, predicare, trasmettere la Verità rivelata; lo hanno da Cristo attraverso gli Apostoli e i loro successori.
Ho trovato un rimedio nelle letture e da esse ho colto un’espressione bellissima :“Gli anni compiuti non sono gli anni passati, ma la storia della pazienza di Dio che compie la sua opera fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo; gli anni compiuti non sono gli anni sottratti al futuro, ma la perseveranza nella speranza che intravede i segni del Regno, se ne rallegra, e invoca il compimento; gli anni compiuti non sono gli anni che gravano sulle spalle e rallentano il cammino, ma la generosità della grazia che arricchisce di pensieri, affetti, memorie, struggente invocazione della gioia”.
Mi sembra proprio indicato per il tempo che viviamo: l’esperienza della pazienza di Dio, la fortezza nella perseveranza, l’abbondanza di ogni grazia.
Sono questi i momenti che l’incertezza ci porta a non aver più fiducia e c’è in giro un confabulare su una crisi della Chiesa e del suo futuro.

In un articolo precedente mi chiedevo se La Chiesa andava considerata parte del nostro Credo e se eravamo ancora convinti del “non praevalebunt.”

Siamo ancora convinti?