DIOCESI – Domenica 7 Aprile 2024, alle ore 18:30, presso la Cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto, il seminarista Andrea D’Aprile riceverà l’ordinazione diaconale per l’imposizione delle mani e di preghiera consacratoria del vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani.
Il giovane seminarista, che ha ventisette anni, ha frequentato l’IIS Fermi-Sacconi-Ceci di Ascoli Piceno e nell’Ottobre del 2016 ha iniziato l’anno propedeutico – un periodo di discernimento nel quale si verifica la possibilità di dedicare la propria vita a Dio e agli altri nella via del sacerdozio ministeriale – entrando poi nel 2017 come seminarista al Pontificio Seminario Regionale Marchigiano Pio XI di Ancona. Dopo il rito di ammissione agli Ordini Sacri, avvenuto a Dicembre 2019, ha ricevuto il Lettorato nel 2021 e l’Accolitato nel 2022. Attualmente sta portando a termine sia gli studi legati all’Istituto Teologico Marchigiano che quelli legati ad un Corso di Laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Macerata. Lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio.
A quale parrocchia appartieni?
Sono di Sant’Egidio alla Vibrata ed appartengo alla parrocchia Sant’Egidio Abate, però l’adolescenza l’ho trascorsa principalmente nella parrocchia San Giuseppe di Paolantonio, frazione di Sant’Egidio.
Qual è stato il tuo rapporto con la fede durante l’infanzia e l’adolescenza?
Da piccolo, specie grazie ai miei genitori, ho vissuto molto serenamente la fede. Diciamo che per lo più osservavo loro, per capire se ciò in cui credevano avesse consistenza. Nell’adolescenza – un po’ come tutti credo – non è che fossi così interessato a Dio e alla fede, ma inaspettatamente le cose sono cambiate quando mio fratello e mia sorella mi hanno invitato a partecipare ad un ritiro ad Assisi assieme al “Movimento In Direzione Cristiana”.
Dopo quell’incontro cosa è successo?
All’epoca avevo appena terminato le Scuole Medie e mi apprestavo a frequentare l’Istituto Tecnico di Ascoli. In quel ritiro, grazie ad alcuni momenti di preghiera e catechesi, ho cominciato a prendere sul serio il mio rapporto con Dio. Posso dire che quello sia stato un momento di svolta per la mia fede.
Quando e come hai maturato l’idea di volere diventare sacerdote?
Durante gli anni delle Scuole Superiori ogni Venerdì partecipavo agli incontri del “Movimento In Direzione Cristiana”, in cui si riunivano numerosi giovani, tra cui anche molti miei amici ormai sposi. Quegli incontri mi hanno donato una fede molto profonda: ho capito che Dio non aveva tanto a che fare con divieti o precetti, bensì parlava alla mia vita, aveva a che fare con la mia esistenza. Durante gli ultimi anni delle Superiori ho cominciato a pormi qualche domanda. Terminati gli studi, mi sono reso conto di avere dentro una certa inquietudine e ho voluto capire i motivi di questa inquietudine. Sentivo qualcosa dentro, ma non sapevo ancora bene come decifrarlo. Ne ho parlato con un sacerdote e poi sono entrato in Seminario, dove nel corso degli anni ogni cosa mi si è chiarita. Al di fuori di ogni retorica, dico spesso che per me vocazione, in primo luogo, non è quando ho capito che volevo diventare prete, ma quando ho capito che non volevo più vivere solamente per me stesso.
Come stai vivendo l’esperienza in Seminario e l’amicizia con gli altri seminaristi?
Sono ormai agli sgoccioli del cammino di Seminario: da un lato sperimento la voglia di portarlo a termine per offrire il mio semplice servizio in Diocesi; dall’altro sto pur sempre lasciando un luogo che mi ha visto gioire e piangere per otto anni. Il rapporto con i fratelli di Seminario, a parte qualche confronto acceso ed inevitabile, è stato ed è tuttora molto positivo: in questo ammetto che la mia ilarità e la mia propensione allo scherzo mi hanno aiutato molto.
C’è una persona a cui si sente particolarmente vicino e che è il suo modello di riferimento?
Ad oggi ho sicuramente incontrato diversi preti che mi hanno dato una bella testimonianza del loro Ministero, però una persona a cui sono particolarmente legato e che mi ha insegnato molto è Fra’ Paolo, un frate cappuccino di Ascoli Piceno che purtroppo è venuto a mancare durante il Covid. Con la sua testimonianza di vita prima e con le sue parole poi, mi ha insegnato ad amare e a lasciarmi amare.
Si legge e sente spesso in giro che le vocazioni sono in calo e che ci sono sempre meno preti. Cosa ti piace della Chiesa?
Tra le tante cose scelgo il perdono. L’esperienza di perdono che ho fatto nella Chiesa, io non l’ho fatta da nessun’altra parte. Dentro non vi ho incontrato gente perfetta, ma gente che al di là di tutto prova ad amare. È proprio questa roba qui che cercavo nella vita e l’ho trovata.
Sulla questione della crisi vocazionale sono sicuro che, nonostante le numerose forme di anestetizzazione che viviamo, i giovani abbiano ancora il fiuto delle cose belle. Dunque, più le vite dei preti saranno attrattive, più è probabile, secondo me, che saranno in grado di suscitare domande nel cuore dei nostri coetanei.
Negli ultimi cinque anni hai svolto il tirocinio pastorale nelle Parrocchie San Pietro Apostolo a Castignano e San Pio V a Grottammare. Cosa ti hanno lasciato queste due esperienze?
Principalmente le relazioni con le persone, anche perché al giorno d’oggi è difficile che un prete o seminarista rimanga a lungo in una parrocchia. Certo, insieme ai giovani e ai parroci, ho avuto la fortuna di fare diverse attività, ma in fondo ciò che ti porti nel cuore quando vai via da un luogo sono le persone. Un’altra cosa interessante, non meno importante della prima, è l’aver toccato con mano le fatiche e le gioie dei preti e in generale della Chiesa di oggi.
Quali sentimenti hai nel cuore in attesa di ricevere l’Ordinazione Diaconale?
Attualmente sono ancora abbastanza calmo, ma, conoscendomi, sono sicuro che, man mano che arriverà il 7 Aprile, l’emozione crescerà. Comunque, avverto dentro un po’ di tutto: gioia, stupore, piccolezza, tanta gratitudine ed anche una discreta dose di pazzia.
In vista dell’Ordinazione Diaconale del seminarista Andrea D’Aprile, Venerdì 5 Aprile, alle ore 21:15, presso la chiesa di San Basso in Cupra Marittima, si terrà una Veglia di Preghiera.
Tutti i fedeli della Diocesi sono invitati a pregare e a partecipare alla cerimonia di Domenica 7 Aprile in Cattedrale per festeggiare con Andrea questa importante tappa del suo cammino vocazionale.