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L’amicizia tra donne al centro del nuovo libro di Alessandra De Angelis

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “La danza della cetonia aurata” s’intitola così l’ultimo libro di Alessandra De Angelis, che abbiamo già avuto modo di conoscere in occasione della presentazione del suo romanzo d’esordio “Magiche metamorfosi”.

Partiamo dal titolo, qual è il suo significato?
La Cetonia Aurata è un coleottero della famiglia degli Scarabeidi e ricorda la storia dello “scarabeo d’oro di Jung”, quando lo psicoanalista, per spiegare la sincronicità, racconta un episodio avvenuto con una sua paziente che si trovava in una situazione senza un’apparente via d’uscita. La donna sogna uno scarabeo d’oro, e questo, poi, si manifesta nella realtà proprio mentre parla con Jung; va a sbattere contro una finestra, ed è proprio l’episodio a cui mi sono ispirata per scrivere la storia. Lo scarabeo d’oro è un antico simbolo di rinascita, di trasformazione, e nel romanzo ha il potere della parola, ma anche quando non parla e tace, la sua sola presenza mostra la via per accedere ad una metamorfosi. La piccola cetonia sembra danzare un ritmo particolare, che segue la magia della natura e della vita.

Lei parla di sincronicità tra sogno e vita reale. Ci spieghi meglio.
La sincronicità è legata al sogno, perché è da lì che l’inconscio, attraverso immagini sopite e dimenticate e simboli, può indicarci la strada per risolvere i problemi, come è accaduto alla paziente di Jung, ma può mostrarci anche come raggiungere la nostra realizzazione personale, il nostro destino, quello per cui siamo venuti al mondo; questo è un tema che ho trattato anche in “Magiche metamorfosi”. Da svegli, iniziamo a vedere segnali come immagini, simboli, e riattiviamo l’attenzione, quella che l’inconscio ci ha segnalato, a suo modo, nel sonno. Tuttavia, non essendo una psicologa, ne do solo un accenno ‘tra le righe’, per incuriosire il lettore che poi, se vorrà, potrà cercare libri che ne parlano più accuratamente. Il mio è un romanzo non un saggio, ma una molla verso altre letture, per cercarci e per trovare.

Al centro di tutto c’è l’amicizia tra tre donne.
Tre donne e una bimba; una di loro è una ragazza madre e porta con sé la piccolina. Ma torniamo alle tre donne e alla loro amicizia, vista come una forza potentissima, nonostante l’insidia della gelosia che può annebbiare vista e cuore, se tra loro subentra un uomo. A volte, certe amicizie finiscono proprio per questo, sono amori traditi, altre volte invece, l’amicizia è una cura, sono amori liberi che ci liberano. Nel romanzo, le tre amiche si mettono a nudo, mostrando una parte di loro che non conoscono, ma solo perché non riescono ad ascoltare e a vedere bene. Allora salgono sulla cattedra de “L’attimo fuggente”, e da lassù la visione si arricchisce di particolari inediti, in attesa di attenzione e visibilità. Si confrontano con le loro storie d’amore finite o da tagliare via, e una volta che si sono ritrovate, fantasticano su nuovi amori, poiché in fondo, amano credere ancora nelle favole, e sognare un “Principe Azzurro” che le faccia volare in alto, in un mondo dove tutto è possibile, dove la visione si amplifica e trascina: inseguono il sogno.

Con il suo romanzo di formazione ha partecipato all’edizione 2018 del Premio Campiello, al primo Festival Inchiostro Marchigiano, alla Fiera Più Libri più liberi e al Salone del libro di Torino. Che ricordi conserva di queste esperienze?
Sono ricordi pieni di attese, di gioia, che mi hanno spinto a cercare di migliorarmi. In particolare il mio primo Salone del libro di Torino è stata un’esperienza di grande impatto emotivo, così come il viaggio in treno per andare e per tornare, con due mie amiche.

Lei è autrice di racconti pubblicati in varie antologie e raccolte. C’è un progetto sul quale sta lavorando in questo momento?
Due in realtà. L’editing del terzo romanzo, che ha già trovato una Casa Editrice ma è troppo presto per svelare il nome, e la stesura del quarto romanzo che ha già un incipit, scritto durante un laboratorio di scrittura con la Bottega di Narrazione di Giulio Mozzi, e che devo assolutamente riprendere e portare avanti.