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Intervista all’attrice e regista Valentina Illuminati: “Ho iniziato facendo delle scenette in vernacolo Sambenedettese”

Valentina Illuminati

GROTTAMMAREValentina Illuminati, una giovane attrice grottammarese ma che già vanta un ricco curriculum. Dalle fiction Rai come “Don Matteo” e “Doc” alla cinematografia con “18 Regali” di Francesco Amato e “Un figlio di nome Erasmus” di Alberto Ferrari, solo per citarne alcuni.

Quanta gavetta e studio c’è dietro a tutto questo?
Devo ammettere che dietro tutto questo c’è stata tanta gavetta e tanto studio, ma non per tutti così. Di recente mi è stato detto “Tu sei della vecchia scuola” e per me questo è un bel complimento. Ho iniziato come collaboratrice inizialmente di testi, aiuto regia, per poi passare agli spettacoli per bambini, corsi di formazione a Roma, laboratori fino all’ Accademia della Scuola dello Stabile di Genova. Studio ancora e questo lo dico sempre anche ai miei allievi, non si finisce mai di crescere. Non nego che ci sono stati momenti in cui tutta questa gavetta mi è pesata, ma adesso posso dire che ogni piccolo o grande passo che ho fatto in avanti è frutto del “mio sudore”.

Diversi anche i ruoli che ha interpretato a teatro.
Ho iniziato a teatro, e può sembrare banale ma è il posto che preferisco nella vita. Per me è casa.

Lei si è formata alla Scuola del teatro Stabile di Genova. Che periodo è stato?
Duro. Quando sono entrata ero già abbastanza grande, studiavo ogni giorno per sette ore. Tante regole, molta tecnica e soprattutto disciplina. Cito una frase di una delle mie insegnanti “Quelle che ora vi sembrano catene diverranno le vostre ali”.

Quando ha capito che voleva diventare attrice?
Da bambina, ero piccola, ho iniziato facendo delle scenette in vernacolo Sambenedettese. Mi piaceva tanto immaginare, fare finta di essere qualcun’altra. A volte gonfiavo i guanti di lattice di mio padre e facevo finta che fossero seppie così potevo giocare a fare la pescivendola. Insomma questo era il mio gioco preferito, lo è ancora.

C’è stato un momento in cui ha pensato di mollare tutto?
Mi è capitato spesso. A volte mi sono detta adesso mollo, ma poi non lo ho mai fatto perché è la mia vita. In particolare durante la pandemia, eppure è stato un momento prezioso. Diverse volte mi sono chiesta “Cos’altro potrei fare?”. Il nostro è un lavoro per natura discontinuo, e quando si è fermi si sta male. Per mia fortuna scrivo, dirigo, mi piace insegnare.

Ad oggi qual è il ruolo che ha interpretato e che sente più vicino a lei?
Questa domanda è difficile. Ogni personaggio, anche il più piccolo, mi ha insegnato molto. 

Forte il suo legame con Grottammare. Ed è proprio qui che ha fondato nel 2015, insieme ad alcuni soci e socie l’associazione Numeri 11.
Eh sì, l’associazione Numeri11 è stata e continua a essere un luogo di studio e ricerca molto forte. Mi ha permesso di sperimentare, provare, studiare, dirigere, insegnare, scrivere, stare in movimento e approfondire quando il lavoro non veniva da fuori.  L’ultima nostra produzione è il mio monologo “Mis Smarco”, in cui a tratti parlo proprio il nostro grottammarese. Il mio desiderio, dopo aver lavorato tanto sul territorio, è portare la mia terra natale un po’ in giro con me, creare una drammaturgia marchigiana fruibile a livello nazionale. Insomma dita incrociate.

Valentina Illuminati inizia il suo percorso professionale come aiuto-regia, autrice e attrice nella compagnia teatrale Mimma Testa. A Roma frequenta il Cantiere Teatrale diretto da Paola Tiziana Cruciani e si diploma nel 2014 alla Scuola del Teatro stabile di Genova. Studia con Julio Solinas, Leo Muscato, Valerio Binasco, Nicola Pannelli, Enzo Moscato. Viene diretta da Anna Laura Messeri, Massimo Mesciulam, Marco Taddei, Michele di Mauro. In televisione lavora nella serie tv Distretto di Polizia, Un Passo dal Cielo, Don Matteo e Doc. Nel 2015 fonda a Grottammare l’associazione Numeri 11 in cui lavora come attrice, autrice e regista.

Luigina Pezzoli: