L’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, ha elogiato il Mali e i suoi vicini per aver mantenuto le frontiere aperte agli sfollati, un importante sostegno internazionale per affrontare la crescente crisi umanitaria nel Sahel. Al termine di una visita di una settimana in Mali e in Togo, Ruvendrini Menikdiwela, assistente dell’Alto Commissario dell’Unhcr per la protezione, ha sottolineato il generoso approccio del Mali nei confronti dei rifugiati, offrendo loro gli stessi diritti dei cittadini maliani. Tuttavia, ha ammonito, “senza un sostegno internazionale immediato, queste risposte umane potrebbero diventare sempre più rare”. Con oltre 1,1 milioni di rifugiati e richiedenti asilo nel Sahel, di cui 66.793 nel Mali, la regione affronta una tensione allarmante a causa degli sfollamenti forzati. Oltre 354.000 persone sono sfollate internamente nel Mali, con un significativo afflusso di rifugiati dal Burkina Faso e dal Niger. Le sfide sono molteplici, tra cui conflitti, aumento dei prezzi e diminuzione degli aiuti umanitari, aggravate dagli effetti del cambiamento climatico. Quasi 4,8 milioni di persone nel Sahel sono recentemente fuggite dalle loro case in cerca di sicurezza. In Mali l’Unhcr sta collaborando con organizzazioni locali per fornire servizi essenziali ai rifugiati e agli sfollati interni, migliorando alloggi, assistenza sanitaria e strutture igienico-sanitarie. Durante la sua visita Menikdiwela ha ascoltato le storie toccanti delle famiglie sfollate, evidenziando l’urgente necessità di supporto e protezione, specialmente contro la crescente violenza di genere nella regione. L’Unhcr ha bisogno di 331,4 milioni di dollari nel 2024 per sostenere le sue operazioni nel Sahel, ma solo il 16% del totale è stata finanziato , mettendo a rischio la continuità dei servizi vitali.
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