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Bruxelles: decolla il Foyer Catholique. Don Visconti, “una casa per la pastorale”

(foto: SIR/Marco Calvarese)

Gianni Borsa e Marco Calvarese

“Un anno fa abbiamo inaugurato il Foyer Catholique Européen, e credo che stiamo procedendo bene. Sono molto contento dell’opera che abbiamo realizzato perché questo luogo, oltre ad essere diventato bello, è anche divenuto la ‘casa della pastorale’ della comunità italiana, che qui vive momenti liturgici, momenti di animazione catechistica e anche momenti di animazione caritativa”. Don Claudio Visconti, responsabile della comunità cattolica italiana di Bruxelles e “animatore” del Foyer cattolico europeo (https://fce.be/), fa il punto su questa realtà di cui il Sir aveva anticipato la nascita a fine 2022. “Questo luogo offre inoltre l’opportunità di fare incontrare diverse comunità nazionali, dato che vi fanno riferimento persone e famiglie che lavorano presso le istituzioni europee: infatti vi partecipano polacchi, spagnoli ed abbiamo anche la sede degli scout europei”.

(foto SIR/Marco Calvarese)

La “pastorale allargata”. Don Visconti prosegue il suo racconto. “A un anno di distanza oserei dire che è valso l’investimento in quest’opera. Sia dal punto di vista della vicinanza alle istituzioni europee, sia dal punto di vista delle attività che svolgiamo, sia dal punto di vista di questa pastorale allargata, che vede anche attività di carattere culturale, come ad esempio un corso di storia per gli spagnoli, un corso di filosofia tenuto dai francesi per gli adulti. Vi sono poi tante altre attività e laboratori di vario genere: riusciamo a dare casa a tutte queste attività, in un luogo particolarmente importante perché vivace e vicino a dove lavora tantissima gente”.

(foto SIR/Marco Calvarese)

Uno spazio dove costruire relazioni. “Ritengo sia importante il foyer in un contesto come quello di Bruxelles che vede una grossa secolarizzazione, che vuol dire secondo me un allontanamento dai valori cristiani, ma anche una fatica nel recuperare e nel vivere tanti valori umani”. Il sacerdote italiano, prete della diocesi di Bergamo dove a lungo ha guidato la Caritas, sottolinea: “Ricordo solo che qui in Belgio è in vigore la legge sull’eutanasia, c’è l’eutanasia minorile, abbiamo avuto diversi casi di suicidi negli ultimi tempi… Vediamo il foyer anche come un luogo dove le persone, della comunità italiana ma anche di tutte le altre comunità, possono incontrarsi, in questo luogo aperto a tutti. A Bruxelles vivono tantissime persone che lavorano nelle istituzioni europee, molte delle quali vivono sole. Quindi il fatto di sapere che c’è un luogo dove possono incontrarsi o possono vivere alcuni momenti insieme, penso sia una cosa importante e molto bella”.

In Ucraina un segno di pace. Don Claudio Visconti racconta poi di un altro progetto in corso. “Io ho lavorato tanti anni in Caritas, ho operato a lungo sul costruire luoghi di mediazione, rispetto ai conflitti, e a costruire la pace. Abbiamo qui avuto l’idea con alcuni amici italiani di andare in Ucraina, a Chernivtsi, una delle città più importanti, dove con l’università abbiamo costruito un progetto – in cui lavorano due persone – per il quale è stato aperto dal 1° gennaio un luogo dove possa esserci mediazione dei conflitti. E chissà, un domani, potrebbe essere uno spazio per mediazioni sui temi della pace…”. Aggiunge: “Un aspetto particolare è che questa iniziativa, pensata tra Bergamo e Bruxelles, è stata sostenuta in tutto questo periodo e sarà sostenuta anche per il prossimo anno, dal contributo economico che la comunità cattolica di Bruxelles ha raccolto soprattutto durante il periodo dell’avvento e del Natale”.

(Foto SIR/Comunità italiana a Bruxelles)

L’ulivo all’arcivescovo Terlinden. Ma a Bruxelles, e attorno al Foyer Catholique Européen, sono in corso molteplici iniziative pastorali, educative, caritative. E la comunità cattolica italiana nella capitale si anima attorno all’altare e a progetti di solidarietà. La Domenica delle Palme ha visto nella cattedrale di Bruxelles oltre 1.200 fedeli alla celebrazione della messa, presieduta dall’arcivescovo mons. Luc Terlinden. “Abbiamo fatto arrivare l’ulivo, da distribuire a messa, direttamente dalla Sicilia – spiega don Claudio – perché ovviamente qui in Belgio l’ulivo non è di casa. E abbiamo donato al vescovo una pianta di ulivo, come simbolo di pace in un’epoca che ne ha proprio bisogno”. Ricca l’agenda delle celebrazioni per il Triduo pasquale.

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