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Ddl semplificazioni: dalla stretta al Superbonus all’affido dei minori, tutte le novità del provvedimento

(Foto ANSA/SIR)

Stefano De Martis

L’ultima riunione del Consiglio dei ministri ha prodotto una serie molto varia di provvedimenti: dalla nuova stretta sul Superbonus, dopo che l’Istat ha certificato per il 2023 un balzo del deficit pubblico al 7,2%, ai controversi “test psicoattitudinali per i candidati in ingresso nei ruoli della magistratura”, che hanno provocato un’energica reazione delle toghe; dalle norme sulle “semplificazioni” che – tra l’altro – sono destinate ad ampliare in modo significativo il ruolo delle farmacie, alla revisione dell’organizzazione e delle regole per l’affido dei minori.L’intervento in materia di fiscalità edilizia è stato effettuato con decreto-legge perché le nuove norme fossero immediatamente in vigore,pur in attesa della conversione in legge; la decisione in tema di magistratura, che comprende molti altri aspetti oltre a quello politicamente più sensibile dei test, è invece arrivata al traguardo perché inserita in un decreto legislativo che attua la delega sulla giustizia, tornato al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva dopo i pareri parlamentari.

Sono contenute in disegni di legge – e quindi dovranno seguire l’iter ordinario – le misure “per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese” e le disposizioni “in materia di tutela dei minori in affidamento”. Queste ultime arrivano a pochi giorni di distanza dalle nuove linee di indirizzo per il settore, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni in luogo di quelle emanate nell’ormai lontano 2012.
Il ddl sull’affido, dichiara il comunicato di Palazzo Chigi, “introduce disposizioni volte a tutelare il superiore interesse del minore a vivere e crescere all’interno della propria famiglia d’origine e a contrastare gli affidamenti impropri, ovvero affidamenti presso istituti o famiglie a lungo termine o sine die”.Inoltre le nuove norme – portate in Consiglio dai ministri Roccella e Nordio – “rendono conoscibili a livello nazionale dati al momento presenti solo nei singoli tribunali, quali le strutture abilitate all’affidamento, il loro numero e il numero dei minori collocati presso istituti di assistenza pubblici o privati o presso comunità di tipo familiare”.
A questo scopo, spiega ancora la nota governativa, vengono istituiti due nuovi registriche “non sostituiscono, bensì integrano quanto previsto dai registri delle tutele e delle curatele istituiti presso l’ufficio del giudice tutelare”. Si tratta del “registro nazionale degli istituti di assistenza pubblici o privati, delle comunità di tipo familiare e delle famiglie affidatarie”, con la finalità di “monitorare il ricorso agli affidamenti dei minori temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo, contrastando il fenomeno dell’istituzionalizzazione impropria”; e del “registro dei minori collocati in comunità di tipo familiare o istituti di assistenza pubblici o privati o presso famiglie affidatarie”, con l’obiettivo di avere “un quadro unitario delle informazioni concernenti le diverse fattispecie di allontanamento dei minori dalle famiglie d’origine, compreso l’allontanamento temporaneo e l’affidamento preadottivo”.
Accanto ai due nuovi registri, Il disegno di legge del governo prevede la nascita dell’”Osservatorio nazionale sugli istituti di assistenza pubblici o privati, sulle comunità di tipo familiare e sulle famiglie affidatarie”, con funzione di controllo e di promozione in materia di comunità di tipo familiare e di famiglie affidatarie.