“Dalla città di Gerusalemme, la città santa, dove gli appelli alla preghiera dei musulmani si accompagnano al suono delle palme e alle preghiere di digiuno, lanciamo un appello per il raggiungimento di un caro desiderio, la pace. La pace è ancora assente, ma accogliamo con grande entusiasmo tutti gli sforzi compiuti quotidianamente per il raggiungimento del cessate il fuoco a Gaza e per l’instaurazione della giustizia e della pace in tutta la Palestina e nel mondo intero. Attendiamo con ansia non solo la fine della triste notte di Gaza, ma anche che la comunità internazionale trovi una soluzione globale alla questione palestinese”.
Lo ha scritto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, in un messaggio diretto al re di Giordania, Abdullah II Ibn Al-Hussein, e al principe ereditario Al-Hussein Ibn Abdullah in occasione dell’invito per l’Iftar di Ramadan. Nel testo il porporato ringrazia la Giordania e la monarchia hashemita per “gli sforzi intrapresi da Vostra Maestà per inviare aiuti umanitari a Gaza. I cristiani di Gaza porgono a Vostra Maestà i saluti, l’apprezzamento, i ringraziamenti e la gratitudine per tutta l’assistenza che la Giordania ha fornito, continua e continuerà a fornire a sostegno dei fratelli e delle sorelle di Gaza. Gaza è afflitta, ma aspira a vedere l’alba della giustizia e della pace”. Stesso desiderio di pace è coltivato dai cristiani di Gerusalemme che, “nonostante il loro numero in diminuzione, vivono in fratellanza storica con i loro fratelli musulmani e anelano al raggiungimento di una soluzione finale che si traduca nella realizzazione della soluzione dei due Stati, auspicata da Vostra Maestà!”. Da parte sua il Patriarcato Latino di Gerusalemme “mobilita tutte le sue istituzioni e i suoi individui per la preghiera e per il servizio alla comunità attraverso scuole e progetti abitativi, e attraverso ogni tipo di assistenza agli studenti universitari per aiutarli a costruire un futuro migliore, a Dio piacendo”. Il messaggio termina con le congratulazioni al re Abdullah per “il Giubileo d’argento della sua intronizzazione”.